Chi non si ricorda lo spettacolino messo su da Ugo Cappellacci nel settembre del 2011? Lui con la “berritta” davanti al Principe Karim Aga Khan al momento del conferimento del “sardus pater”, massima onorificenza nell’Isola per il fondatore di Alisarda-Meridiana? Ecco, a parte il folclore, quella iniziativa come minimo non ha portato bene. Da allora Meridiana ha voltato le spalle alla continuità territoriale, prima disertando (insieme ad Alitalia) la gara del 2012, costringendo la Regione ad agire in regime di proroga. Ora voltando le spalle al nuovo bando con tariffa unica alternata del 2013, con la comunicazione ufficiale che non saranno venduti biglietti sulle rotte in continuità fin quando non sarà raggiunto un accordo.
Sgomberiamo subito il campo dai dubbi: spesso circola una sorta di leggenda metropolitana che vuole il Principe quasi estraneo alle scelte strategiche del management. Leggende, appunto. Perché sembra davvero poco probabile che colui il quale è divenuto l’unico proprietario della compagnia (dopo il delisting e l’addio alla Borsa), che negli ultimi 10 anni ha messo mano al portafoglio in onerose e solitarie ricapitalizzazioni per una cifra che sfiora il miliardo di euro, possa non conoscere le scelte della sua compagnia? Ecco perché le mosse di Cappellacci (che spiegheremo dopo) appaiono ancora più incomprensibili.
Così come appaiono inquietanti per la Sardegna e per i lavoratori le indiscrezioni che parlano di un imminente ridimensionamento della flotta. Secondo documenti ancora non resi ufficiali ma che circolano nelle stanze alte della compagnia, il piano prevederebbe la riduzione della flotta a 16 aerei: 4 Airbus, 4 Md80 e 8 Boeing 737. Questo comporterebbe anche una drastica riduzione del personale navigante, per la gran parte abilitato per volare sugli Md80 e sugli Airbus.
Secondo altri rumors, Meridiana starebbe per formalizzare un accordo, la firma sarebbe prevista a fine agosto , con una compagnia aerea della penisola arabica per cedere alcune rotte nel Mediterraneo centrale. Questo , più dell’incertezza sulla continuità territoriale, potrebbe spiegare l’impossibilità da parte di Meridiana di dare garanzie e certezze sui collegamenti da e per l’Isola a partire dal 27 ottobre in poi. Una precisa scelta strategica che, al di là delle dichiarazioni di facciata dell’amministratore delegato Roberto Scaramella, vedrebbe la compagnia pronta a un parziale disimpegno dalla Sardegna , fino ad ora cuore pulsante del suo “core business”, per puntare su mercati più redditizi e per siglare accordi commerciali con altri players di livello internazionale. Sicuramente parliamo di una riduzione consistente degli aeromobili disponibili per le rotte esistenti: l’attuale flotta, infatti, è composta da: 10 Md80, 7 Airbus 320, un Airbus 330 affittato alla Turkish Airlines. Invece Air Italy conta su 7/8 Boeing 737 e 767.
LO SCHIAFFO DEL PRINCIPE AL GOVERNATORE
Cappellacci non è fortunato nei collegamenti. Non è che non si sposti, per carità. Solo che il tema dei trasporti gli risulta essere particolarmente indigesto. Dopo la figuraccia con la Saremar e i trasporti via mare, ha fatto la voce grossa davanti alla retromarcia di Meridiana sul bando elaborato dalla Regione per le rotte di Roma e Milano con i tre aeroporti sardi: la compagnia aerea sarda vuole più soldi, le compensazioni non bastano per non andare in rosso. Con piglio deciso il governatore sardo afferma che “qualora fossero confermate le indiscrezioni circa un imminente disimpegno su Alghero, ci troveremmo dinanzi ad un nuovo atto di ostilità’ di Meridiana nei confronti della Sardegna,compiuto a pochi giorni di distanza dal ricorso al Tar sul bando relativo alla nuova continuità’ aerea. Si tratta di scelte intollerabili dinanzi alle quali non resteremo certamente passivi”.
Cappellacci fa di più. Stigmatizza l’eventuale addio ad Alghero e il no al bando della continuità territoriale (come se il problema fosse solo Alghero) con altre parole al veleno: “Una scelta – dice Cappellacci – che sarebbe anche autolesionista, contraria agli stessi interessi della compagnia e al legame tra essa e la Sardegna. Come ci siamo opposti con determinazione ai signori del mare, allo stesso modo non intendiamo fare alcuno sconto a chi dovesse pensare di imporre le stesse logiche predatorie sul fronte della continuità territoriale aerea. Poiché questo atteggiamento appare lontano anni luce dalla linea che ha sempre caratterizzato le iniziative del principe Aga Khan, che ha dato molto e ha avuto molto dalla nostra isola, auspico un autorevole intervento dello stesso Principe, affinché i suoi uomini siano riportati all’ordine e non siano traditi cinquant’anni di storia della compagnia”.
IL MANAGEMENT SI RICOMPATTA
Il governatore, dunque, sceglie due strade: la prima è la mozione degli affetti. Chiamare in causa il Principe fondatore di Alisarda e chiedergli di non abbandonare la Sardegna che tanto ha fatto per lui. La secondo è quella di mettere in difficoltà il management della compagnia, in primis l’amministratore delegato Roberto Scaramella. Cappellacci è stato informato di presunte divisioni sulle scelte strategiche all’interno della compagine dirigenziale, soprattutto tra lo stesso ad e il direttore generale, il “sardo” Ivano Pippobello. In realtà il presidente della Regione, sempre proiettato in una preventiva campagna elettorale, fa male i suoi conti: l’effetto che ottiene è opposto ai suoi “desiderata”. Il management di Meridiana si ricompatta. Mail interne raccontano di un riavvicinamento tra i protagonisti del conflitto strategico. Lo stesso Pippobello fa girare un sms nel quale chiede a tutti di confermare fiducia nelle scelte di Scaramella e stringersi intorno alla compagnia aerea sarda per garantirne il bilancio. Sono le premesse per il comunicato stampa che inchioda Cappellacci sulla sedia.
E MERIDIANA SCEGLIE LO SCONTRO
Questa parte della vicenda la conosciamo. Meridiana emette un comunicato stampa nel quale ribadisce che la compagnia aerea non potrà aprire le prenotazioni dei voli autunnali fra Milano-Linate, Roma Fiumicino e gli aeroporti della Sardegna (tutti gli aeroporti, non solo quello di Alghero, ndr). Il motivo è che: “non ci sono i presupposti per vendere i biglietti in data successiva al 27 ottobre in quanto la relativa operatività è legata all’esito delle procedure di gara indette dalla Regione Sardegna che prevedono diritti di esclusiva a favore dell’aggiudicatario di ciascuna rotta”.
In realtà non ci sono scorciatoie: Meridiana per partecipare al bando chiede una compensazione economica più congrua, rispetto a una cifra che “balla tra i 40 e i 50 milioni di euro per le rotte onerate in continuità territoriale. L’allarme era stato lanciato nei giorni scorsi dalla Gallura (in prima fila il leader di Fratelli d’Italia e comandante Meridiana, Gigi Carbini) e il presidente della Regione Ugo Cappellacci aveva parlato di indiscrezioni di stampa (sic!) su un possibile disimpegno del vettore aereo su Alghero.
La bufala di Alghero oggetto del contendere è durata poche ore, dal momento che da alcune verifiche sulle prenotazioni nel sito della compagnia è emerso come non fosse possibile acquistare voli neppure dallo scalo cagliaritano. Sulla vicenda chiede chiarezza l’associazione dei piloti Apm che esprime poi forti preoccupazioni sul continuo travaso di attività da Meridiana alla controllata Air Italy. Il timore è che esista un drastico piano di ridimensionamento del vettore sardo a vantaggio della ex compagnia di Giuseppe Gentile che può garantire un costo del lavoro più basso. Questioni di importanza vitale, alle quali tuttavia Cappellacci sembra disinteressarsi. Salvo nuove iniziative elettorali.