Giuseppina Paterniti: “Sardegna, ti voglio bene. Ma quante occasioni hai sprecato…”

Una siciliana che ama la Sardegna e che la osserva da Bruxelles. Giuseppina Paterniti, giornalista e scrittrice, parla dal suo duplice punto di osservazione, con amore e rabbia. Amore per la gente e per i luoghi, rabbia per una politica che non sa gestire le enormi risorse che arrivano dall’Europa.

Una siciliana che ama la Sardegna e che la osserva da Bruxelles. Giuseppina Paterniti, giornalista e scrittrice,  parla dal suo duplice punto di osservazione, con amore e rabbia. Amore per la gente e per i luoghi, rabbia per una politica che non sa gestire le enormi risorse che arrivano dall’Europa.

Giuseppina Paterniti è attualmente la corrispondente della Rai da Bruxelles. Tra i suoi libri “Una nuova anima Europea” (Editrice Ave – 2002) e “Lo stivale di carta” (Editori Riuniti 2004), inchiesta sull’ “affare immobiliare del secolo”, ossia sui costi delle cartolarizzazioni immobiliari fatte dallo Stato italiano dal 2001 al 2004.

Quando ha visitato per la prima volta la Sardegna?

“Ero giovanissima, avevo circa 21 anni e mi sono subito innamorata di questa terra straordinaria. Rimasi affascinata non tanto dal mare – sono di origine siciliana e sono abituata a certe bellezze – ma dalle zone interne, dalla Barbagia.  Le gente è meravigliosa, persone incredibili per la loro sincera e squisita ospitalità. Ricordo in particolare un pranzo, dove ero ospite di alcuni amici, nel quale mi avevano preparato del fegato. Io non amo il fegato per niente, ripeto per niente, non lo mangio assolutamente. In quell’occasione, però, l’accoglienza era stata così calorosa e il fegato cucinato tanto amorevolmente nel caminetto che non potei dire di no, anzi chiesi il bis per non offenderli. C’è della gente meravigliosa in Sardegna, non ho mai visto persone più leali e profonde”.

Oltre la Barbagia…

“Ho visitato quasi tutta la Sardegna, non solo in vacanza ma anche per lavoro. Ricordo che feci un servizio giornalistico sulla miniera d’oro di Furtei. Ero molto incuriosita dalla miniera e venni per dargli un’occhiata da vicino e vedere come funzionava. All’epoca era ancora aperta ed era stata comprata, se non ricordo male, dagli inglesi. Ancora non era scoppiato lo scandalo dello smaltimento dei rifiuti tossici derivanti dall’estrazione del metallo prezioso. In quell’occasione è stato un piacere lavorare con i colleghi della sede Rai della Sardegna, professionisti seri e dediti al lavoro”.

E che ne dice della cucina e dei prodotti sardi?

“Ci sono vini davvero eccezionali e sono golosa dei dolci sardi. Ho un sacco di amici che quando vengono da me, portano con loro dei dolci e dei formaggi squisiti. Mi piacerebbe tornare in Sardegna anche solo per farmi una scorpacciata di queste prelibatezze culinarie”.

Cosa pensa del Governatore Ugo Cappellacci che in patria e stato rinviato a giudizio per l’affaire eolico, mentre in Europa è stato eletto presidente della Commissione Ambiente, cambiamenti climatici ed energia (ENVE)?

“Quella Commissione se non sbaglio è proprio quella che si occupa dello sviluppo dell’energia eolica! Sono convinta che in tutte le nomine a cariche istituzionali, sia italiane che europee, sia necessario negli uomini che le ricoprono la massima trasparenza e pulizia. Quindi a prescindere da Cappellacci, mi auguro che soprattutto gli italiani, i quali sono sempre sotto attenta osservazione dell’Europa, siano in grado si esibire un volto pulito, non la faccia di un indagato. Mi dispiace dire queste cose, in quanto si dovrebbe aspettare l’esito definitivo del procedimento giudiziario, ma è buona regola che quando un politico viene rinviato a giudizio, la prima cosa che dovrebbe fare, per trasparenza, è dimettersi. L’auto sospensione dalla carica è giustificata dall’attesa del giudizio definitivo in sede giurisdizionale, proprio per evitare ombre nel suo percorso”.

Nessun membro all’interno della Commissione ENVE ha evidenziato questa anomalia?

 “Non funziona così. All’ENVE, commissione istituita all’interno del Comitato delle Regioni, si è molto attenti alle rappresentanze e al partito d’appartenenza. Cappellacci è membro del Partito Popolare Europeo (PPE), il quale attualmente ha la maggioranza in seno alle istituzioni dove si decidono queste nomine. Anche in Europa, come d’altronde avviene in Italia, c’è una sorta di spartizione dei posti. Si vede che il PPE su questa vicenda ha chiuso un occhio e deve aver valutato poco rilevante che chi andava a ricoprire quella carica avesse delle ombre alle spalle. Evidentemente questo per il PPE, vale a dire il centro destra, non è un problema. Fermo restando il fatto che Cappellacci non è stato ancora giudicato e c’è un processo in corso sul presunto abuso d’ufficio relativo allo scandalo eolico”.

Come è percepita la Sardegna dall’Europa?

“In generale, la cosa di cui sento parlare più spesso, è la necessità di una politica per lo sviluppo delle Isole e, i Paesi del Nord Europa, sono i più attivi e interessati a questo argomento. Le Isole, dunque, insieme allo sviluppo del Mediterraneo sono i temi cruciali su cui c’è ancora tanto da lavorare. Martin Schulz, in occasione della visita del presidente tunisino, ha ribadito la necessità di promuovere delle politiche attive per lo sviluppo del Mediterraneo, atte a collegare la costa nord con la costa sud, passando ovviamente per le Isole”.

 Perché questi piani di sviluppo europei non decollano né in Sardegna né in Sicilia?

“Perché c’è un’incuria di fondo, ma anche un’incapacità a saper gestire le risorse provenienti dall’Europa. Siamo dei popoli tremendi. Ci sono alcuni Stati che dal quel poco che hanno fanno spuntare l’oro, noi invece facciamo finta di niente. I finanziamenti a pioggia e l’incapacità di costruire un piano per lo sviluppo turistico, sono emblematici di come non abbiamo ancora preso coscienza delle opportunità che ci vengono offerte dalla nostra appartenenza all’Unione Europea”.

Massimiliano Cordeddu

 

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