“Rigeneriamo la Sardegna (ri)coltivandola”: la piattaforma di Coldiretti per rilanciare l’agricoltura nell’Isola

Risorse idriche, energia, cibo e materie prime. Sono questi i tre elementi su cui Coldiretti Sardegna punta per risollevare il sistema economico di tutta la regione. Tre asset fondamentali, come li ha definiti il direttore regionale, Luca Saba, che sono stati sviluppati in un’ampia piattaforma, presentata alla Regione lo scorso 17 febbraio nel corso della manifestazione che si è tenuta a Cagliari, denominata “Rigeneriamo la Sardegna (ri)coltivandola”. Il progetto di Coldiretti Sardegna è ambizioso: raggiungere nell’Isola la sovranità alimentare, energetica e su tutte le materie prime. E per farlo occorre iniziare a lavorare subito approfittando sia dei fondi Regionali che di quelli messi a disposizione dal Pnrr. Lavorare nel presente per assicurare un futuro migliore, questo, in estrema sintesi l’obiettivo del programma nel quale sono previsti una serie di punti sui cui lavorare nel breve e nel medio periodo.

Il primo elemento su cui Coldiretti Sardegna chiede di intervenire sono le materie prime con “(Ri)coltiviamo la Sardegna”. L’idea nasce dal presupposto che nell’Isola attualmente si utilizzano poco più del 30% degli ettari di terreni coperti dalla rete irrigua. La proposta formulata da Coldiretti e Anbi Sardegna, l’associazione che rappresenta i Consorzi di bonifica, punta a incentivare la coltivazione di 100mila ettari di terra, in modo da produrre il 40% del fabbisogno interno di mangimi, grazie a contratti di filiera tra agricoltori e allevatori, e grazie a un incentivo di 200 euro per ogni ettaro coltivato. Se applicata, la proposta porterebbe al duplice risultato di abbattere i costi dei mangimi e allo stesso tempo recuperare ampi appezzamenti di terra abbandonati.

Legata a questo aspetto c’è anche la gestione delle risorse idriche. “L’acqua è il petrolio del futuro – ha evidenziato Luca Saba – chi saprà gestirla nel migliore dei modi avrà una ricchezza”. Uno studio di Coldiretti Sardegna, effettuato tramite i Consorzi di bonifica, rileva che ci sono più di cinquemila chilometri di condotte in cemento-amianto con perdite idriche rilevanti. Per questa ragione Coldiretti chiede alla Regione di presentare un progetto nel Pnrr per il rifacimento delle reti, una ristrutturazione del sistema idrico delle aziende, ma anche per accumulare quanto più risorsa idrica possibile dalle piogge.

Un altro punto del progetto riguarda il rapporto tra produttori e distributori. Coldiretti Sardegna punta alla sigla di un patto con la Grande distribuzione per creare una linea diretta tra produttore e ‘scaffale’. Per questa ragione invita la Regione a convocare tutte le sigle della Grande distribuzione per confrontarsi in un tavolo di filiera con i produttori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie Filiere Sardegna per incentivare, promuovere e valorizzare i prodotti locali (con tanto di indicazione chiara dell’origine).

Tra i punti fondamentali della piattaforma c’è l’energia e, di conseguenza, la transizione energetica. Coldiretti Sardegna ha già presentato in Regione il progetto “Sardegna Green 2030” con il quale si punta a creare un’Isola completamente alimentata da energia pulita e sostenibile. Per farlo occorre sfruttare le fonti naturali di cui la Sardegna è ampiamente dotata, cioè sole, vento e acqua. Il fine è quello di alimentare le comunità con solo energie rinnovabili, facendo risparmiare i consumatori e attività produttive e allo stesso tempo utilizzare le aree del territorio non destinate all’agricoltura.

Ma la rivoluzione passa anche dalla semplificazione delle procedure. Su questo aspetto Coldiretti Sardegna sollecita l’apertura di un “cantiere burocrazia zero” con un sistema informatico che consenta agli utenti di controllare l’avanzamento delle pratiche e gli eventuali intoppi. Il nuovo sistema favorirebbe anche le sinergie tra Argea, Laore e Agris, in termini di gestione statistica e semplificazione delle metodologie operative. Secondo Coldiretti Sardegna si rivelerà fondamentale il rilancio del Siar (Sistema informatico agricoltura regionale) con il Fascicolo aziendale e le informazioni custodite dai Centri di Assistenza Agricolo (Caa) che certificheranno l’ammissibilità dei procedimenti. E parlando di Assessorato all’agricoltura, ma anche delle agenzie Argea, Laore e Agris, Coldiretti Sardegna, evidenzia la mancata programmazione e l’emorragia di personale per pensionamenti o trasferimenti. Ragioni per le quali sollecita una riforma del sistema agricolo fondata su struttura, organizzazione e competenza. In linea con gli interventi richiesti anche la realizzazione di un ‘Cruscotto agricolo’ che fotografi il settore in tutti i suoi aspetti, in modo da rendere più semplici e puntuali gli interventi.

Gli ultimi due punti, ma non per importanza, inseriti nella piattaforma di Coldiretti Sardegna riguardano le zone interne e la tutela dei boschi, e gli interventi straordinari da portare a termine per risolvere la situazione contingente. Come è noto, le aziende agricole sono un presidio del territorio – nel caso di incendi come quelli della scorsa estate sono proprio gli allevatori i primi a dare l’allarme e sono purtroppo i primi a subire danni -, e allo stesso tempo un antidoto contro lo spopolamento. Secondo Coldiretti Sardegna è necessario rivedere e innalzare i limiti di pascolamento nelle superfici forestali oggi molto basse, (la richiesta è stata già presentata anche alla Commissione Agricoltura della Camera), poi bisogna sollecitare il ministero affinché le Pratiche locali tradizionali (Plt) abbiamo tara 30 e non 70.

Contenuti offerti in collaborazione con Coldiretti Sardegna

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