Dal 2005 al 2016 ha gareggiato come navigatore nelle corse di rally. Anche se ipovedente, probabilmente un caso unico al mondo, è sempre riuscito a svolgere al meglio il suo ruolo da copilota partecipando a gare nazionali e internazionali. Senza alcun problema: controllava rettilinei e curve attraverso un tablet ingrandendo istruzioni e immagini. Tutto consentito. Ora non può più salire in auto. Perché sono cambiate le regole e la precedente deroga non vale più. A Francesco Cozzula, 39 anni di Osilo, serve la patente di guida, documento che però non ha mai avuto negli anni (dal 2005 al 2016) in cui ha praticato lo sport che più ama.
Così, dopo essere rimasto fermo da due anni, lo scorso 22 agosto Cozzula ha inoltrato per vie ufficiali una comunicazione a questore e prefetto di Roma, al comandante della polizia locale di Roma, al presidente dell’Aci e al segretario generale di Aci Sport con la richiesta di sbloccare la situazione. Ma tutto è rimasto come prima. Cozzula sperava di poter risolvere tutto entro il 31 dicembre. Ma anche l’ultima risposta arrivata dal Coni non è stata quella che il pilota sardo si attendeva.
Nel frattempo la sua battaglia viene sostenuta da centinaia di messaggi. E c’è chi ha attaccato alla sua auto da rally un adesivo: “Rivogliamo Cozzula con la licenza”. Lui intanto aspetta un via libera che non arriva. Sperando un giorno o l’altro di poter sentire di nuovo il rombo dei motori. Non da spettatore, ma da protagonista.
