Pavoletti pronto a trascinare il Cagliari: “Voglio segnare più dell’anno scorso”

Leonardo Pavoletti si gode la sua terza stagione con la maglia del Cagliari, con la certezza di essere una delle pedine fondamentali sulle quali punta la società e il mister, Rolando Maran. Lo scorso campionato, Pavoletti ha chiuso con il suo record personale in serie A, con sedici marcature che, insieme alle undici reti di due anni fa, gli consentono di scalare la classifica dei migliori marcatori del Cagliari. E sempre a suon di gol, ‘Leo’ si è conquistato la maglia della nazionale con il suo primo gol timbrato nel giorno dell’esordio. “Vengo da un anno fatto bene, fare meglio è sempre difficile – dice l’attaccante rossoblù dal ritiro di Pejo, in Trentino – ci proverò perché l’esperienza mi insegna come affrontare la nuova stagione. Il mio obiettivo è puntare ai 20 gol: magari poi non ci arriverò, ma cercherò di migliorare il mio score e portare il Cagliari ancora più in alto. Per un attaccante, il gol conta per il 90%: se non segni, la tua prestazione diventa meno considerata agli occhi di chi guarda”.

Pavoletti parla anche del suo rapporto con la Sardegna, Cagliari e i cagliaritani: “Mi sono integrato benissimo in città – racconta – mi piace portare il bambino in giro col passeggino, fare una passeggiata al Poetto; amo quando i tifosi mi fermano per strada, mi salutano, mi chiedono di scattare una foto insieme. Sono dimostrazioni di affetto che mi fanno piacere, è difficile entrare nel cuore dei sardi, ma una volta che ci riesci ti ripagano come pochi sanno fare. Un’emozione unica: sta a me saper dimostrare la mia gratitudine in ogni singola partita. Il nostro stadio è un vero bunker: i tifosi ci trascinano, per i nostri avversari è difficile giocare alla Sardegna Arena“.

Al lavoro per provare a crescere e a far crescere la squadra. “L’anno scorso – spiega Pavoletti – era un ritiro di conoscenza, dovevamo capire cosa ci chiedeva l’allenatore. Stavolta ripartiamo da una base solida, da un gruppo affiatato, non possiamo che migliorare le cose che non sono andate bene in passato. Ho già 30 anni, quasi non me ne rendo conto. Il mister parla con tutti, a noi più anziani chiede di trascinare tutto il gruppo. Per me è importante lavorare in settimana per raccogliere i frutti in partita e uscire dal campo convinto di avere dato tutto”.

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