In Gallura l’ultramaratona dei diabetici. “Lo sport per combattere la malattia”

Oltre cento i chilometri percorsi in quattro giorni, dal 24 al 28 aprile, alla scoperta del Limbara, uno dei paesaggi più suggestivi della Gallura. Anche quest’anno medici, infermieri e operatori del servizio di Diabetologia dell’Ats-Assl Oristano, fianco a fianco con i pazienti e gli atleti dell’Aniad (Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici), hanno indossato tuta e scarpe da ginnastica e si sono messi in marcia per la nona edizione della ultramaratona a tappe ‘Diabete in cammino’. Con un duplice obiettivo: accendere i riflettori sull’importanza dell’attività fisica per mantenersi in buona salute e sperimentare sul campo, con la compilazione di un vero e proprio diario di viaggio, gli effetti benefici del movimento nelle persone affette da diabete. In provincia di Oristano la malattia riguarda circa 9mila persone, con una percentuale di nuovi casi di ‘diabete di tipo 1’ che supera circa sei volte la media nazionale.

La nuova tecnologia. All’ultramaratona hanno partecipato oltre quaranta persone di età compresa fra gli 11 e i 77 anni, sane o con diabete, accompagnate dallo staff medico composto da diabetologo, dietista, infermiera, psicologa e podologa, e dal direttore dell’Ats-Assl Oristano Mariano Meloni. La nona edizione di ‘Diabete in cammino’ è stata caratterizzata dalla sperimentazione di un’importante innovazione tecnologica, utile a una migliore gestione della malattia. Tutti i partecipanti con diabete sono stati dotati di un sensore Fgm (Flash Glucose Monitoring) da applicare sul braccio che, grazie a una applicazione installata sullo smartphone di ciascuno, ha permesso di poter leggere in tempo reale il valore glicemico, verificandone la tendenza, e di inviare i dati al pc del diabetologo, che in questo modo ha potuto valutare nell’immediato la miglior strategia terapeutica da consigliare a ogni partecipante.

“Lungo il cammino abbiamo insegnato ai nostri pazienti a modificare e variare le dosi di insulina prima e dopo l’attività fisica e abbiamo consigliato loro come alimentarsi in queste occasioni” spiega il diabetologo Gianfranco Madau. “L’ultramaratona è da sempre la testimonianza diretta del fatto che con il diabete non solo si può convivere serenamente, ma si può anche praticare un esercizio fisico intenso: numerosi studi dimostrano che i pazienti che si sottopongono a un allenamento regolare, accompagnato da una dieta adeguata, hanno minori complicanze e vivono più a lungo di quelli fisicamente inattivi. Allo stesso tempo, con quest’iniziativa abbiamo voluto fare prevenzione sul campo, uscendo dagli ambulatori per raggiungere i cittadini non solo metaforicamente, ma fisicamente – prosegue il medico – e sensibilizzarli all’importanza del movimento: è scientificamente accertato che 150 minuti di esercizio fisico alla settimana sono utili a prevenire il rischio di diabete in maniera migliore dei farmaci”.

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