Il Cagliari perde con il Napoli capolista. Sconfitta mai stata messa in dubbio

Il sogno non si è avverato: la sconfitta è nei fatti e non è mai stata messa in dubbio. Nonostante il pullman schierato da Mazzarri davanti alla porta di Cragno con un inedito schieramento 4-4-1-1 (o 4-5-1 che dir si voglia) , il prevedibile kappaó è arrivato puntuale. Ma come si suol dire quando si vuol fare buon viso a cattivo gioco (e il Cagliari di questi tempi, esclusa la parentesi con la Lazio, il cattivo gioco lo pratica palesemente), non era questa la partita in cui la squadra di Mazzarri doveva cercare e fare punti. Sono bastati 11 minuti e Osimhen ha aperto una delle porte del pullman ed è salito a bordo vidimando il biglietto dell’1 a 0 per i partenopei.

Il Napoli si è impossessato della partita, ha fatto quel che ha voluto in mezzo al campo, senza però creare grossi grattacapi a Cragno. Il Cagliari è sembrato impotente davanti alla netta superiorità fisica e alla tecnica di Insigne e compagni, troppo marcata la differenza fra le due compagini. Ospina non è mai stato chiamato in causa, ha sbadigliato a lungo e solo in rare circostanze ha toccato il pallone, sempre e solo per effettuare le rimesse dal fondo. Il Cagliari in attacco non è esistito. Impensabile che potesse farlo con lo schieramento deciso da Mazzarri. Joao Pedro, solo soletto lì davanti a fare la prima e unica punta, è stato ridotto ai minimi termini dal possente ed elegante Kolibaly che lo ha regolarmente annullato, con il compagno di reparto Hhramani sempre pronto a supportarlo in seconda battuta. Per tutto il primo tempo i napoletani sono sembrati praticare la tattica del gatto col topo, sicuri che prima o poi sarebbe arrivato il raddoppio. Spalletti non è sembrato soddisfatto e ripetutamente chiesto ai suoi di chiudere la partita. Lo hanno accontentato 8 minuti dopo il rientro in campo per il secondo tempo. Osimhen si beve ancora una volta il lento Godin e il difensore uruguaiano lo aggancia in area. Rigore netto e Insigne trasforma. Rien ne va plus, tutto il resto è noia. Per i tifosi del Cagliari, almeno.

Al 68esimo Mazzarri decide che il pullman ha ormai le ruote bucate e cerca di ripartire usando altri mezzi: Keita a fianco di Joao il solitario. Esce Deiola e si torna al 4-4-2, con Marin sulla linea del centrocampo. In campo nulla cambia, il Napoli continua a nascondere il pallone ai rossoblu. Il risultato non cambia, il sogno di farla franca al “Maradona” di Napoli come all’Olimpico di Roma con la Lazio, rimane tale. Rispettato il concetto iniziale che non era questa la partita in cui fare punti per una classifica che non si può guardare. Se il Cagliari è nei bassifondi lo deve a Spezia, Genoa ed Empoli. Venerdì arriva all’Unipol Domus il neo promosso Venezia, è lì che Mazzarri e squadra devono andare a cercare ossigeno. Prima che il respiro diventi eccessivamente affannoso e l’aria si faccia irrespirabile. A fine gara Mazzarri si è detto soddisfatto della prova della squadra. Bontà sua.

L.O.

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa, Fabian Ruiz (88 Demme); Politano (68 Lozano), Zelinsky 68 Elmas), Insigne 76 Ounas); Osimhen (76 Petagna). (all.: Spalletti)

CAGLIARI (3-4-1-1) : Cragno, Caceres, Godin, Walukiewicz (68 Ceppitelli), Zappa, Nandez, Strootman, Deiola (68 Keita), Lykogiannis (Pereiro), Marin, Joao Pedro. (all.: Mazzarri)

Arbitro: Piccinini

Reti: 11 Osimhen, 57 Insigne (r)

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