Tutti contenti, tutti felici. Il Cagliari pareggia a Firenze, laddove non vince da 41 anni. “E’ un campo difficile con una squadra molto forte. Neanche in Serie B, quando noi vincemmo il campionato riuscimmo a espugnare il Franchi, ma prima o poi riusciremo a vincere a Firenze” annunciava il dg Nicola Salerno poco prima della gara. Il Cagliari ha fatto una gara buona, corretta, sprecando però una marea di contropiedi con Sau e Ibarbo. Se così non fosse stato, probabilmente ora staremmo qui a parlare di tre punti.
E’ stata una partita convincente a una settimana dal possibile ritorno al Sant’Elia. Ma Fiorentina contro Cagliari era anche la gara delle sfide incrociate, dei lamenti del calciomercato ormai vecchio di quindici giorni. Quando l’allenatore viola Montella si lasciava sfuggire il 2 settembre che “avrei preferito avere Agazzi, è un portiere che mi piace molto. Le società non sono riuscite ad accordarsi. Ora puntiamo tutto su Neto” con un tono che vale mille funerali, si capisce che questa partita poteva contare in maniera diversa per alcuni interpreti.
Il Cagliari pareggia, ma vince ai punti. Nei confronti diretti, quasi tutti i suoi giocatori hanno saputo sfidare e battere singolarmente i loro avversari. Alla vigilia nessuno se lo sarebbe aspettato: la Fiorentina era quella che puntava allo scudetto di diritto assieme a Juventus e Napoli. Ma il calendario ha presentato dei cammini differenti per le tre squadre: la Juve, come previsto, si è fermata al Meazza contro un Inter volenterosa e sorprendente; il Napoli ha avuto la meglio fino ad ora di squadre di basso rango, e sta giustamente tentando la fuga; la Fiorentina aveva sofferto alla prima, si era esaltata alla seconda e si è innervosita alla terza. Merito dell’acume tattico di Diego Lopez e dell’abnegazione dei suoi giocatori in campo.
Michael Agazzi batte Neto ma sono solo le occasioni a decidere. Il portiere rossoblù si è dovuto distendere al tredicesimo del secondo tempo per andare a togliere dalla porta un gol sicuro di Giuseppe Rossi. E’ stato un colpo di reni importante ma non è bastato: pochi minuti dopo Valero è riuscito a superarlo. Per il resto tanta buona amministrazione, uscite precise sui palloni alti e anche sugli attaccanti trovatisi da soli davanti a lui, Gomez ne sa qualcosa.
Nicola Murru batte Cuadrado. E Joaquin. A sinistra non si passa, e il giovane talento cagliaritano snobbato da Di Biagio per la nazionale under 21 tira dritto e alza l’asticella. Vista la penuria di terzini sinistri in Italia e visto il recente infortunio del milanista De Sciglio – altro giovane interessante – Prandelli potrebbe anche prenderlo in esame per qualche amichevole. Il risultato vede il colombiano Cuadrado incapace di saltarlo, e costretto ad uscire per un infortunio. L’ex promessa Joaquin, entrato al minuto ventisette del primo tempo, è stato sostituito a metà del secondo tra i fischi del Franchi.
Davide Astori batte Mario Gomez. E’ vero, il tedesco è riuscito una volta a sfuggire alla marcatura del difensore della nazionale italiana. Ma è stata l’unica pecca in una partita perfetta, letta sotto ogni punto di vista al meglio. Nessuna sbavatura, nessun disimpegno scomposto. Ha ristabilito le gerarchie nella difesa rossoblù ed ha mandato un chiaro segnale a Prandelli. Mario Gomez invece saluta già da ora il campionato italiano e dà appuntamento al 2014: per lui lesione al legamento del ginocchio destro.
Radja Nainggolan pareggia con Borja Valero. E’ vero, il centrocampista viola ha segnato un gol. Ma ha anche avuto parecchie difficoltà a far girare la propria squadra. La ragione principale è che a destra mancava l’infortunato Cuadrado, per questo l’arco della Fiorentina si è ritrovato all’improvviso spuntato. Poi Valero ha capito che dall’altra parte si poteva spingere con Pasqual e così è nato il suo gol. Ma il soldato Radja non è stato da meno: giocatore implacabile, quasi impossibile da superare. Recupera palloni su palloni, corre, rilancia l’azione, dà qualità al centrocampo. A ragione è uno dei più forti centrocampisti al mondo, e la sua quotazione, dovesse continuare a giocare così, non potrà che salire, costringendo gli acquirenti ai salti mortali.
Marco Sau perde con Giuseppe Rossi. A favore dell’attaccante viola c’è solo la punizione, peraltro deviata, che costringe Agazzi al miracolo. Per il resto Rossettini gli mette la museruola dal primo minuto e lo costringe ad una partita faticosa e inconcludente. Dall’altra parte Sau sta avendo da tre partite a questa parte il vizio di dover allungare il suo movimento. Anche oggi troppi sono stati i contropiede sprecati, troppe le occasioni davanti al portiere non capitalizzate con un controllo efficace. Nel calcio strafare non serve mai a nulla.
Diego Lopez batte Vincenzo Montella. Si può dire che l’uruguaiano alleni da tre mesi buoni. E in tre mesi ha messo in ordine una squadra certamente superiore alla media che nel recente passato non era stata capita. Imparati i trucchi da secondo di Pulga, ha plasmato una squadra tatticamente buona, che si lascia andare poche volte, e che è estremamente concreta in ogni parte del campo. E’ una squadra bella da vedere, com’era bello il Cagliari di Allegri che se la giocava dovunque e faceva tremare chiunque. Ha osato inserire le tre punte, ha insistito fino all’ultimo certo di portare a casa un risultato positivo. Pochi giri di parole: è andato a Firenze per capire che aria tirava e poi vincere. E’ arrivato il pareggio e visto il calo dei suoi uomini nella seconda parte di gara, è come se avesse vinto.
Simone Spada