Prosegue il periodo no della Dinamo Sassari in campionato con una nuova sconfitta, questa volta contro la capolista Enel Brindisi che vince 89-80 dirigendo quasi in toto la gara. La squadra di Sacchetti ha pagato sia la stanchezza della coppa europea sia la maggiore vivacità della squadra pugliese, capace con Dyson e Campbell di aprire in due la difesa biancoblù. Non sono bastati i 18 punti di Marques Green – spremuto per l’assenza di Travis Diener, e i 19 di Drake Diener.
Primi minuti equilibrati con un Drew Gordon titolare mattatore sotto le plance. Una sua schiacciata fa tremare il palazzetto, ma è l’ultimo acuto prima che Brindisi dilaghi, soprattutto approfittando col nuovo acquisto Chiotti la sfida col pur acerbo Tessitori. I pugliesi quindi azzeccano quattro triple di fila e Sassari è come un pugile suonato all’angolo. Il parziale di +15 viene allungato nel secondo quarto da un imprendibile Campbell, che stoppa Drake Diener per le urla del pubblico di casa. Con Caleb Green la Dinamo riduce lo svantaggio, e riprende quota con il ritorno in campo di Gordon, lesto ad approfittare delle défillance dei pivot avversari e a chiudere sul 44-39 per i padroni di casa.
Omar Thomas sveglia la gara con una tripla e dà il via al recupero Dinamo con Drake Diener in serata a suggellare il sorpasso dal perimetro e a mantenerlo con ottimi giochi dentro l’area. Brindisi va in affanno, ma deve ringraziare Todic e soprattutto Dyson se non perde contatto col risultato. Sassari permette troppo sotto canestro e questo sarà il leit motiv della serata, e che nell’ultimo quarto segnerà la sconfitta finale. I brindisini sono più continui e segnano il sorpasso con Delroy dalla lunga distanza. Todic porta a +4 il punteggio e i padroni di casa lo terranno fino agli ultimi istanti della gara. Devecchi fa troppi falli, Marques Green è stanco, Drake Diener perde palla e Caleb Green sparacchia: in questi quattro giocatori si perde l’ultimo minuto della gara, tenuta a galla dal solo Drew Gordon. Una schiacciata di Delroy chiude ogni discorso sul 89-80.
Simone Spada