Calciomercato, il ds del Cagliari Bonato: “Non diamo voti ma portati a casa tutti i nostri obiettivi”

Il campionato vero comincia di solito alla terza giornata per alcuni fattori esterni, come la condizione fino ad allora ancora in via di perfezionamento, il caldo, la conoscenza fra giocatori e nuovo allenatore, gli schemi da mandare giù, il mercato ancora aperto. Sono le teorie che il direttore sportivo del Cagliari Nereo Bonato ha espresso in conferenza stampa, tenuta questo pomeriggio per fare il punto dopo la chiusura del calciomercato e l’assetto della rosa. Una teoria che non è campata in aria, ma che lascia spazio anche alla considerazione che il concetto dovrebbe valere per ogni squadra, anche per quelle che sono partite a razzo, come le concorrenti dirette Udinese e Verona, che in tre partite hanno già messo cinque punti di vantaggio sui rossoblù.

“È stato un mercato lungo, che abbiamo vissuto dal primo all’ultimo giorno con coerenza e pazienza nel portare avanti le nostre idee e raggiungere quello che volevamo fare, come riavere Gaetano, giocatore su cui il Cagliari ha investito tanto. Il tutto seguendo la filosofia del club, che punta su un gioco più aggressivo e dinamico, su profili giovani e possibilmente italiani per creare la base del Cagliari del futuro, tenendo ovviamente presente le caratteristiche del gioco dell’allenatore e i vincoli economici cui tutte le società devono sottostare. L’obiettivo iniziale era quello di dare fiducia al gruppo che ha chiuso la stagione scorsa, con le conferme di Viola e Mina e l’acquisto di Gaetano, per innestare i profili giovani ancora alla ricerca della totale maturazione e che a Cagliari possono concludere questo percorso di crescita. In difesa abbiamo portato fisicità, esperienza e cattiveria agonistica con Mina, Luperto e Palomino, in un reparto in cui l’anno scorso abbiamo sofferto. A centrocampo con Marin e Adopo abbiamo messo esperienza, sugli esterni con Zortea e Felici ci danno diverse possibilità di gioco. In avanti abbiamo inserito Piccoli, profilo che per me a Cagliari può rendere al meglio. Complessivamente la rosa è attrezzata per raggiungere la salvezza».

Quando gli si chiede che voto darebbe al mercato del Cagliari, il direttore risponde che «i voti servono a poco, il mercato va visto nel contesto del percorso che stiamo facendo. Gli obiettivi che avevamo in testa li abbiamo portati tutti a termine, con grande pazienza come per la trattativa del mister. Obiettivamente quel che si poteva fare si è fatto, poi ovviamente si poteva fare di più. Abbiamo ringiovanito la rosa e patrimonializzato, dato che molti giocatori sono di proprietà del Cagliari». Nell’ultima conferenza stampa a giugno, a fine campionato e con la salvezza in tasca, Bonato aveva tracciato le linee per quello futuro. «Dissi che sarebbero state necessarie alcune cessioni per portare avanti la nuova stagione. Ogni club ha il suo budget, noi abbiamo puntato sull’abbassare i salari e cercare di sanare alcune situazioni che erano rimaste aperte e che ora sono chiuse. Le mani libere che dicevo si dovevano tenere, andavano in quella direzione, molto utile per creare un percorso virtuoso, ma anche molto complicato da seguire per le sue implicazioni».

Quindi, che Cagliari ha messo su questa estate? «Abbiamo una rosa di 26 elementi, equilibrata in tutti i reparti. L’abbiamo attrezzata per la salvezza, pur sapendo che sono saliti club con grandi potenzialità economiche come Como e Parma. Dobbiamo fare dell’essere squadra la nostra forza per continuare a crescere. Questo è l’anno del consolidamento, abbiamo fatto quello che volevamo sul mercato e ora c’è da lavorare. Su queste prime tre giornate penso che potessimo avere qualcosa di più, l’importante è che quanto non avuto in termine di punti ci sia servito a livello di esperienza. Dobbiamo crescere, siamo all’inizio di un nuovo ciclo con un allenatore che via via prende sempre più possesso della squadra. C’è grande curiosità, perché lavorare con tanti ragazzi giovani dà nuovi stimoli”. Poi l’analisi del calcio mercato sui singoli nomi. Marin, la sorpresa più lieta: «Credo che di lui conoscessimo tutte le caratteristiche, lui conosceva già la piazza e l’allenatore. L’impatto è stato importante, quindi anche da parte nostra c’è stata la consapevolezza che potesse essere un profilo per noi».

Hatzidiakos: «Nel caso di Pantelis c’è stata una difficoltà iniziale dovuta anche al momento della squadra quando è stato inserito. È uscita l’opportunità Copenaghen che gioca un calcio più simile alle sue caratteristiche, pensiamo che sia la soluzione giusta per lui a livello di minutaggio e sicurezze». Su Scuffet a un passo dalle cessione nonostante il buon campionato scorso: «Durante il mercato ci sono giocatori più chiacchierati di altri, ma non è detto che non rientrino nei piani della società. Per Scuffet si era aperta la possibilità Milan, ma lui voleva giocare titolare, cosa che al Milan non sarebbe avvenuto. Lui qui ha meritato la titolarità dopo la scorsa stagione, ha scelto lui di rimanere». Wieteska, Hatzidyacos e Simonetta: «Su Mateusz abbiamo fatto un ragionamento: preso Palomino, si è deciso di far uscire uno tra Wieteska e Hatzidiakos. È arrivata per Mateusz l’opportunità Palermo, che avrebbe potuto significare per il giocatore maggiore minutaggio e più gare giocate, ma il ragazzo non è voluto andare in Serie B, probabilmente anche per mantenere il suo posto in nazionale con la Polonia. Così abbiamo dato il greco. Simonetta rientra in una dinamica di gestione dei giovani: è un ragazzo che ha fatto un’esperienza in estate negli Usa insieme al Como, che è rimasto impressionato dalle sue doti. Ci hanno chiesto di poter gestire insieme il ragazzo, poi hanno deciso di lasciarlo qui perché il campionato Primavera 1 è più probante rispetto a dove gioca il Como Primavera. A fine stagione ne riparleremo».

Ma intanto, aggiungiamo noi, la sua proprietà è stata ceduta al Como, che volendo se lo riprenderà quando vuole. Si attendeva invece dal mercato un attaccante da doppia cifra nella graduatoria dei marcatori. Che non è arrivato. «Credo che l’attacco del Cagliari abbia le proprie potenzialità, dovremo essere bravi a metterli nelle condizioni giuste per segnare. Ogni singolo è in condizioni migliori rispetto all’anno scorso, da Lapadula a Pavoletti fino a Luvumbo e Piccoli. Quest’ultimo credo abbia trovato l’ambiente giusto dove potersi esprimere. Anche King Mutandwa è costantemente in prima squadra e ci sarà utile, ma non dimentichiamo Viola e Gaetano che sono due centrocampisti offensivi, con Marin e Deiola che hanno in dote i gol. Non avremo il bomber da 20 gol, ma non sono tante le squadre che lo hanno». Intanto domenica arriva il Napoli. «È una partita difficile e stimolante, il Napoli ha iniziato un percorso nuovo con grandi investimenti per modulare la squadra per Conte. Verranno qui per vincere, dovremo essere bravi a mettere in campo tutto e cercare di fare punti».

Luciano Onnis

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