Un Cagliari stanco battuto a Udine, ma ora ci sono due settimane di stop

Stop, c’è la Nazionale. Un’ottima occasione per prendere fiato, tornare a studiare e prepararsi per la prossima gara in casa col Catania, magari al Sant’Elia. Perché il Cagliari visto questo pomeriggio a Udine è sembrato molto giù di tono, pesante sulle gambe, incapace di verticalizzare e di attaccare l’area avversaria con decisione. Manca mordente, manca quella punta di cinismo che fa risolvere al meglio le partite.

Un campanello d’allarme è suonato quando la squadra rossoblù non è stata in grado di reagire allo svantaggio come è avvenuto invece nelle precedenti gare. E ha continuato a subire la superiorità numerica friulana a centrocampo nonostante Diego Lopez avesse schierato due incontristi – Eriksson e Dessena – al fianco di Nainggolan. Le punte inoltre sono sembrate spaesate, con pochi cross per la testa di un evanescente Pinilla e il grande caos calcistico di Ibarbo, sempre in difficoltà con difensori agili come lui.

Inutile accampare la scusa del Friuli come campo tabù che, è vero, negli ultimi anni soprattutto ci ha “regalato” batoste da far gelare il sangue quanto è fredda la Bora d’inverno. In realtà le difficoltà della squadra di Lopez sono una serie di fattori che si incrociano tra loro fino a delineare le difficoltà attuali. Il primo può essere certamente il continuo via-vai a cui il Cagliari è costretto in giro per l’Italia. Sta viaggiando come una squadra impegnata nelle coppe, e il programma esasperante di qualche settimana fa ne è stato la conferma: da Cagliari a Trieste (gara interna con la Sampdoria), ritorno a Cagliari e ripartenza verso Livorno, nuovo ritorno a Cagliari e ennesimo viaggio a Trieste (gara interna con l’Inter). Qualunque squadra scenderebbe in campo stressata e con le gambe in affanno. Il Cagliari ha retto quelle tre gare ed oggi è crollata.

Paga le assenze, ma qui è fin troppo facile. La lista è nota: Pisano, Conti, Ekdal, Cossu. Verosimilmente si sente più l’assenza di Cossu visto che la squadra non riesce ad avere un uomo assist che dia profondità al gioco e gli permetta di variarlo. A questo fattore si aggiunge ovviamente quello legato alle scelte dell’allenatore. Infatti come sostituti del trequartista sono stati utilizzati a turno Nainggolan, Cabrera e Ibraimi: il primo è un mediano autentico con una ottima propensione offensiva, ma è dietro che esprime quella forza in grado di farlo risaltare a livello europeo; il secondo sarebbe il sostituto ideale ma spesso è costretto a lavorare più in aggiunta ai centrocampisti che in aggiunta alle punte. Non gioca a suo favore quell’atteggiamento troppo timido che contraddistingue l’ultima generazione di calciatori uruguayani; il terzo è appena arrivato ma Lopez ha cercato subito di puntare su di lui. E’ stato importante con l’Inter ma oggi ha subito la marcatura di Basta.

Quello di cui ha bisogno il Cagliari per vincere è chiarezza. Chiarezza nei ruoli, chiarezza nelle gerarchie. I continui esperimenti hanno portato a perdere qualche punto per strada – vedesi Livorno – e una gestione non sempre precisa della gara. E anche un inserimento repentino di giocatori che di solito non sono stati schierati nelle prime gare o sono stati schierati poco. Il caso emblematico di Avelar, di Eriksson e dello stesso Ibraimi ne è una prova. E ne è una prova l’utilizzo col contagocce del miglior attaccante in rosa: Marco Sau.

Tutti si chiedono che colpa stia pagando questo ragazzo di Tonara che ha aperto l’anno con un gran gol al Milan e poi è stato progressivamente accantonato da Lopez. Si parla di scelta tecnica: in questo momento il mister vede meglio Ibarbo, il quale però risponde a sprazzi. Si dice che paghi gli errori sotto misura compiuti con Milan e Fiorentina, ma è anche vero che nelle prime giornate le gambe sono quelle che sono ed è più facile compiere errori.

Si dicono tante cose ma la verità sta dentro lo spogliatoio. Certo è che la squadra paga anche questi continui e caotici avvicendamenti dove inizia con una coppia di attaccanti e prosegue via via con cambi ed esperimenti di partita in partita. Lopez parla di turn over necessario viste le partite ravvicinate. In realtà si è assistito ad un solo turno infrasettimanale e questi tentativi vanno avanti dall’inizio del campionato.

Ora due settimane di stop per rimettere assieme la squadra, recuperare gli infortunati e gli squalificati, studiare gli errori e nuovi accorgimenti tattici in vista della gara col Catania. Una gara importantissima contro una diretta concorrente per la salvezza. Una gara che potrebbe disputarsi al Sant’Elia rinnovando l’amore e l’attaccamento dei tifosi con la squadra. Una gara che potrebbe rilanciare la corsa del Cagliari ed allontanare i fantasmi della zona bassa della classifica. Per questo Lopez e i suoi non possono più sbagliare, altrimenti calerà un’ascia dall’alto e assisteremo ad un cambio in panchina. I pareggi, infatti, non bastano più.

Simone Spada

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share