Cagliari, l’abbraccio dei tifosi prima della finale. Ranieri dà la carica: “Dobbiamo vincere”

Ultimo abbraccio dei tifosi del Cagliari alla squadra prima della partita di andata della finale playoff per la serie A giovedì con il Bari alla Domus. I giocatori si sono avvicinati alla curva nord per l’allenamento a porte aperte, ormai una tradizione consolidata in questa fase decisiva della stagione. E dagli spalti- c’erano oltre duemila persone – è partito il ringraziamento per l’approdo in finale e l’eliminazione del Parma in semifinale: “Orgogliosi di voi” , hanno gridato a più riprese i tifosi dalla curva. Poi l’ultimo appello degli ultrà rivolto ai giocatori: un invito ad ascoltare il loro inno. E quindi via alla seduta dell’antivigilia: portieri ad allenarsi a parte sotto la curva sud, corsa ed esercizi per gli altri. Lapadula ha subito abbandonato il gruppo: per lui seduta a parte dopo la botta alla caviglia del Tardini. A riposo Di Pardo per sindrome gastrointestinale. Intanto con la vendita degli ultimi biglietti legati alle prelazioni degli abbonati è ufficiale il sold out alla Domus. (ANSA).

“Una la dobbiamo vincere, a loro bastano due pareggi, noi faremo di tutto per raggiungere questo risultato”. Ranieri suona la carica cosi in vista della sfida di andata della finale playoff. “Servono grande determinazione e volontà, noi possiamo ringraziare i nostri tifosi solo in un modo: giocando con il cuore – ha continuato -. Mi dispiace non avere uno stadio da 50mila posti, lo avremmo riempito. Spero che questo stadio arrivi presto”. Unico assente rispetto alla semifinale Dossena , squalificato. Più Capradossi e Falco. Il mister dà ampie rassicurazioni sulle condizioni di Lapadula: “Lo preservo ancora – ha detto riferendosi all’allenamento aperto al pubblico di oggi – ma giovedì ci sarà”. Ok anche Mancosu: “Sta bene, ha le stesse possibilità degli altri di andare in campo”. Il Bari? “Saranno i giocatori a cercare i suoi punti deboli – ha spiegato -, finora ho visto una squadra forte e compatta, in grande salute come ha dimostrato in dieci contro il Sudtirol. Ma anche noi stiamo bene: nel massimo rispetto dell’avversario, vogliamo vincere”. Anche con la forza del gruppo: “I giocatori che non giocano o che hanno giocato poco sono importanti – ha continuato – un esempio su tutti è Viola, l’ho aspettato e lui ha risposto. Ma a volte non si gioca non perché si è meno validi di chi sta in campo, ma perché sono importanti gli ingranaggi che funzionano. Siamo una famiglia, da subito ho battuto su un punto essenziale: nessuno può permettersi di sgridare il compagno, lo posso fare solo io”. Sui singoli. Nandez? “Un trascinatore, ma abbiamo la fortuna in questa squadra di avere tanti trascinatori”. Luvumbo “è giovane – ha concluso – ogni giorno che passa sarà più riflessivo ed esperto. Ma è già una mina vagante”.

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