Cagliari-Juventus, pronti a scrivere un’altra pagina della storia

Andare allo stadio per un sardo che non tifa Cagliari è sempre stato difficoltoso, e forse per questo ha sempre tentato sfidare la sorte e la pazienza di altri sardi come lui che il rossoblù ce l’hanno stampato nel cuore. Capitava e capita ancora che molti bambini con le sciarpe bianconere si siedano al fianco di coetanei cagliaritani, che esultino alle gesta di Vidal, Tevez e Pirlo come un tempo facevano per Del Piero, Nedved, Baggio, Vialli e su a salire. Gli adulti guardano e lasciano passare: “sono bambini, passerà” dicono, quasi fosse una malattia. Purtroppo per loro la fede rimarrà a vita.

 

Le donne sono le più audaci. Di solito non tifano Juve – o Milan, o Inter, o Roma – per la bravura delle squadre o per qualche dinastica successione. Il più delle volte si trovano ad incitare un giocatore solo, ad insultare quelli del Cagliari in caso di fallo o di gol contro. Negli anni ’90 era facile trovare nei distinti del Sant’Elia questa figura che spesso litigava col tifoso rossoblù al fianco e metteva nei guai il fidanzato. “Forza intervieni!” gridava la ragazza, e lui reagiva in due modi: o cercava di placare gli animi o la guardava come a dire che non poteva farci nulla, anche lui tifava Cagliari. Per lui i veri guai arrivavano in auto o a casa.

 

Oggi la situazione è un po’ diversa: sono sempre di più le tifose del Cagliari, sempre di meno i posti a sedere allo stadio. Ma le emozioni rimangono, così come le sorprese. Nella storia, che non fosse quella degli anni ’70, il Cagliari è stato destinato dalle cronache a perdere ogni confronto coi bianconeri. I commenti dei giornali sportivi e delle quote SNAI hanno sempre parlato chiaro, nonostante la squadra di Cellino sia diventata a poco a poco sempre più forte e sempre più sorprendente. Ancora oggi, nonostante la partenza di Nainggolan, nessuno osa sminuire questa formazione che vede il recupero totale di Ekdal a centrocampo e la consapevolezza nei propri mezzi nel poter sorprendere ancora una volta i zebrati.

 

Non accade da molto che il Cagliari passi contro la Juve. Le immagini sono tante, appassionanti, da batticuore. La prima risale al 29 novembre 2009: in quel frangente si capì che l’Italia campione del mondo era morta e sepolta sulle macerie dell’età dei suoi giocatori migliori. Quando Pisano rilanciò verso il centrocampo notando la Juve aperta in difesa, trovò un giovanissimo Alessandro Matri ancora non imbellettato dalla velina che scartò con una facilità impressionante Fabio Cannavaro, simbolo del mondiale tedesco, e andò a trafiggere un Buffon già in fase discendente. Quel Cagliari di Allegri confermò che si sarebbe divertito ancora per parecchio fino alla defenestrazione del suo allenatore.

 

Per trovare una nuova vittoria in casa bisogna risalire al Cagliari di Ventura, un altro sorprendente Cagliari. Pochi si ricordano di questa affermazione anche perché qualche anno prima la squadra rossoblù fu capace di battere per ben due volte di fila la Juventus al Sant’Elia. La prima avvenne l’1 marzo 1994, ci si gioca i quarti di Coppa Uefa, e il Cagliari è stato capace fin lì di battere tutte le squadre straniere incontrate. La Juve è più forte ed anche più aiutata. Spesso però quando una squadra ha dalla sua le capacità di andare oltre l’ostacolo riesce ad arrivarci. Dely Valdes firmò l’1-0 dell’andata in una partita ricca di occasioni e che vide Moriero, Marco Sanna e Matteoli sugli scudi. Al ritorno la formazione di Giorgi sarà più forte del Delle Alpi, delle volontà dell’Uefa e dell’arbitro, superando i bianconeri per 2-1.  Che non fosse un fuoco di paglia se ne accorsero tutti l’anno dopo, 22 gennaio 1995: Oliveira, Dely Valdes ed uno scatenato Roberto Muzzi faranno a pezzi la Juventus smontando quella che sarà la campionessa d’Italia.

 

L’ultima immagine non si riferisce ad una vittoria ma ad un pareggio. Tanti sono stati gli scontri senza vincitori né vinti, ma solo uno ricorderà un piccolo grande uomo di Oliena far tremare le gradinate del Sant’Elia quasi dieci anni fa. Emerson aprì le marcature per i bianconeri. Sembrava finita, a due minuti dalla fine la Juventus teneva palla cercando di far passare i minuti. Poi un errore a centrocampo,  Brambilla prese il pallone e lo diresse verso l’area. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un uomo così piccolo sarebbe svettato in mezzo alle torri della difesa juventina e avrebbe siglato un insperato pareggio. Per Gigi Buffon non ci fu nulla da fare, la parabola era troppo delicata e morbida per non finire in rete.

 

Simone Spada

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share