Sette risultati utili consecutivi: quattro vittorie e tre pareggi. Non più quinto ma sesto in classifica, scavalcato dalla Roma, ma comunque in piena zona Europa. E non, come accadeva nelle scorse stagioni, giù, sempre a controllare il risultato della terzultima. Risultato ok, persino con qualche rimpianto per non aver portato via i tre punti a Torino. E pure l’atteggiamento è quello giusto: finire una gara in trasferta con il pallino del gioco in mano e con la voglia di provare a vincere è un segnale di maturità e consapevolezza dei propri mezzi. Il Cagliari, contro i granata, ha superato, almeno come mentalità, il test “europeo”.
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Proprio in casa di una squadra che in Europa, l’anno scorso ci è andata davvero. In realtà non è sembrato un grande Torino. Ma la sensazione è che ormai tra le due squadre la distanza delle stagioni passate sembra essersi quasi o completamente azzerata. Merito anche di un mercato che ha portato molto più in alto il livello tecnico, tattico e agonistico dei rossoblu. Su tutti Nainggolan e Nandez, autore del primo gol italiano, quello del momentaneo vantaggio del Cagliari. Una squadra, quella di Maran, che ha cambi in corsa non proprio da squadra da zona salvezza: sono usciti i giocatori chiave della squadra, Ceppitelli, Nainggolan e Nandez. E sono entrati altri big come Klavan, Castro e Rog. Senza che il gioco ne risentisse. E, intanto, il Cagliari si gode una realtà che sembra un sogno. Senza potersi cullare negli allori: mercoledì c’è subito l’ennesima prova della verità. Alla Sardegna Arena arriva il Bologna (ore 21). Una partita difficile, contro una squadra in forma che ieri ha ricacciato all’inferno la Sampdoria. Vita dura, anche per chi vuole sognare.
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