Il campionato è entrato nella fase finale. La “fase della paura”. E si comincia a controllare sempre più spesso la classifica. E’ qua che si vede la differenza tra il tifoso e il calciatore in campo. La paura l’abbiamo solo noi, sulle tribune o sul divano. Non i nostri ragazzi. E questo fa ben sperare
Atalanta-Cagliari inizia, causa neve, con trenta minuti di ritardo rispetto alle altre partite.
L’ansia inevitabilmente aumenta e all’improvviso mi accorgo che il campionato è già entrato nella fase più importante perché sono costretto, nell’attesa del fischio d’inizio, a dare uno sguardo anche ai risultati delle dirette concorrenti.
Preoccuparsi anche di quello che fanno gli avversari significa, lo devo ammettere, che il destino del Cagliari può dipendere, in parte, anche dalle disgrazie altrui. E sono contento dunque, pur non avendo particolari simpatie né per la Lazio né per il Palermo, di apprendere che ieri sera il Palermo non abbia vinto e che sia rimasto a distanza di sicurezza dal Cagliari. Sono contento che il Catania passi subito in vantaggio contro il Genoa. E tutto sommato non mi dispiace che il Pescara stia perdendo in casa contro il Toro.
Insomma, la paura che il girone di ritorno di questo campionato possa riservare brutte sorprese, comincia a condizionare noi tifosi, tanto più se la partita si gioca in un campo tradizionalmente difficile come quello di Bergamo e se i punti in palio, come si usa dire quando giochi contro una diretta concorrente, valgono doppio.
Ma finalmente arriva il nostro momento e posso concentrarmi solamente su quello che accade a Bergamo dove il clamoroso autogol dell’ex Michele Canini ci regala subito il vantaggio e allontana la paura di perdere. Paura che, per la verità, i nostri ragazzi non hanno mai mostrato neppure dopo il pari dell’Atalanta, arrivato ad inizio ripresa grazie ad un bel colpo di testa di Stendardo.
Partita gagliarda e combattuta in ogni momento in un mare di fango: un ottimo punto che consente di ben sperare e di non temere troppo la prossima importante sfida contro il Palermo.
Luca Pennisi