Aru riabbraccia la sua Villacidro: in 5mila festeggiano il campione

Fabio Aru tiene stretto il microfono e scandisce: “Sono villacidrese, orgoglioso di esserlo”. Gli applausi scorrono lungo una via intera che accoglie più di cinque mila persone accorse da ogni parte del Campidano per salutare il ritorno a casa del figliol prodigo. Aru sorride visibilmente emozionato, si guarda intorno e ringrazia la famiglia per averlo aiutato a sentirsi sempre a casa, con la visione delle tante foto di un paese in festa che dall’isola superavano il Tirreno e infondevano in lui il coraggio a proseguire fin sul podio.

 

“Mi ha fatto molto piacere il supporto dei sardi fin dall’Irlanda” dice il 23enne, “mi hanno aiutato a sentirmi protetto. Il tempo è stato sin da subito molto brutto, anche in Puglia ha piovuto, quindi ho dovuto lavorare molto con la testa per stare concentrato e proseguire il mio lavoro. A Montecampione poi ho potuto scaricare tutta la tensione di anni di sacrifici e lavoro. Tutti sanno che non è stato facile per me andare via da Villacidro e trasferirmi a Bergamo. Ho faticato tanto ma quel momento è stato il momento in cui tutti i sacrifici sono stati ripagati. Speravo in un risultato così, così come sentivo sul Monte Grappa di stare bene ma non di fare una crono così bella. Quella tappa mi ha detto che il lavoro fatto in inverno in Spagna a Tenerife non è stato fatto a caso”.

 

A premiarlo c’han pensato alcuni ospiti: il Cagliari Calcio gli ha regalato una maglietta personalizzata che Aru ha esibito con molto orgoglio; quindi il sindaco di Villacidro Teresa Pani e il Fan Club lo hanno omaggiato di una targa e un simpatico salvagente marinaresco. Quindi una targa  anche dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru, che nell’occasione ha fatto intendere come la Giunta stia lavorando almeno per riportare il Giro di Sardegna sulle strade dell’isola. Si è soffermato poi sulle potenzialità d’immagine di Aru: “Fabio è un esempio per tutti sardi, una fonte d’ispirazione di volontà, lavoro e coraggio. È un enorme fortuna per l’isola, l’esempio che non serve spendere milioni di euro in pubblicità quando uno come Aru è di per sé uno spot potentissimo delle capacità sportive e non della Sardegna”.

Ospite della serata anche il compagno di squadra Paolo Tiralongo, esperto corridore che negli anni ha fatto da gregario ai più grandi campioni del ciclismo come Bartoli, Contador e Nibali. Dice di aver pianto il giorno in cui Aru ha vinto a Montecampione, e di esser stato ripagato dell’intuizione di qualche anno fa quando decise di scommettere su di lui. Sempre al suo fianco, dagli allenamenti invernali fin sul durissimo Zoncolan, ritiene che il villacidrese possa diventare un grande corridore da corse a tappe e che aver lavorato al Giro lo scorso anno lo abbia forgiato per far bene nello scorso mese di maggio.

Prima di concedersi agli autografi degli appassionati e dei tifosi, Aru ci tiene a dare un consiglio a tutti i presenti: “Nella vita e nello sport dovete rimanere sempre voi stessi. È importante non abbattersi, imparare a perdere. Si vince quando si è imparato a perdere, per me è stato così, una crescita graduale. Perciò non montatevi la testa e siate quello che siete sempre stati”. Ma le imprese non sono finite qui dato che ora dovrà prepararsi ad affrontare la durissima Vuelta de España nel mese di agosto. Quella di Villacidro l’occasione per rilassarsi e riabbracciare famiglia e amici.

 

Simone Spada

 

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