Un filo di lana guida l’Isola verso il futuro. A Guspini un distretto industriale ecosostenibile

Un filo di lana conduce la Sardegna verso un futuro più sostenibile fatto di risparmio di energia, bonifica delle aree inquinate, prevenzione dal dissesto idrogeologico. Fino a pochi anni fa non sarebbe stato possibile immaginare le mille applicazioni che la lana di pecora (razza sarda) può avere. Nè scommettere che il Medio Campidano avrebbe ospitato un distretto industriale capeggiato dalla Edilana di Daniela Ducato e composto ormai da diverse aziende che uniscono innovazione, sostenibilità ambientale e vecchi saperi.

Chi l’avrebbe mai detto, infatti, che il vello degli ovini può ripulire i terreni contaminati dalle sostanza inquinanti? E in quanti avrebbero potuto prevedere che l’utilizzo della lana in agricoltura riduce drasticamente (fino al 60%) il consumo di acqua? Proprio così, tutto vero. Soprattutto, qui non c’è niente di taumaturgico, ma solo scienza applicata a un materiale su cui si pensava di sapere tutto. E che invece possiede delle proprietà che permettono di neutralizzare gas nocivi e metalli pesanti come formaldeide, ossidi di azoto e di zolfo. E la capacità di trattenere l’umidità del terreno, favorendo il risparmio dell’acqua. Oltretutto, una volta sistemata sottoterra,  non c’è neanche bisogno di levarla via: la lana è biodegradabile. A indicare questa nuova frontiera è stata l’Edilana, che nel frattempo ha inaugurato una nuova linea di produzione che va sotto il nome di Edilatte. Cosa c’entra l’edilizia con il latte? C’entra eccome, visto che dagli scarti della lavorazione del latte l’azienda di Daniela Ducato ottiene pregiati intonaci

Tra i materiali ecosostenibili oggi impiegati dall’industria, non c’è dunque solo la lana. Né una sola azienda. Sempre lì, a Guspini (dov’è di casa la stessa Edilana) c’è anche la Nuove Tecnologie di Graziella Caria che oltre a fabbricare forni solari si occupa di coibentazione degli interni, utilizzando la lana insieme al sughero, alle fibre di legno e alla canapa. Al posto del polietilene e altri prodotti provenienti dai poli petrolchimici. Anche l’azienda Venas, sempre di Guspini, utilizza la lana per confezionare oggetti che sono qualcosa di più di semplici gadget. Ecco, infatti, l’I-sheep, un porta cellulare che sfrutta una virtù del vello ovino poco conosciuta: la lana di pecora blocca infatti le onde elettromagnetiche generate dagli smartphone. Insomma, se si parla di eco o bio-sostenibilità a Sinnova ce n’è davvero per tutti i gusti, ma un minimo comune denominatore emerge con forza: spesso è il passato a guidare le traiettorie del futuro. Vale a dire che le pecore continueranno ad essere una risorsa preziosissima nella Sardegna di domani, anche per ragioni diverse dalla produzione del latte.

Piero Loi

 

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