Intelligenza artificiale, Giorgio Metta: “La ricerca al servizio del nostro futuro”

I cambiamenti climatici, l’invecchiamento della popolazione, la mancanza di manodopera, l’aumento esponenziale degli abitanti della terra: sono questi i problemi con cui l’umanità dovrà fare i conti nei prossimi decenni. Già nel 2030 raggiungeremo quota 9 miliardi, con un’età media molto elevata: la ricerca scientifica dovrà essere sempre più al servizio del nostro benessere. Questo, in sintesi, l’intervento di Giorgio Metta, cagliaritano, direttore dell’ iCubFacility all’Istituto Italiano di Tecnologia. Metta ha aperto i lavori di Sinnova 2018, il salone dell’Innovazione giunto oggi alla sesta edizione, inaugurato questa mattina alle 10 se pure nel segno della sobrietà, come ha sottolineato l’assessore regionale alla Programmazione visti i disastri provocati nel Cagliaritano dal maltempo.

“Intelligenza artificiale e robotica: il futuro è già qui” è il tema dell’incontro a cui ha preso parte Giorgio Metta. L’appuntamento, introdotto dalla relazione di Cristina Pozzi (Impactschool) ha visto  la partecipazione di Roberto Villa (Ibm Italia) e Alessandro Cisco (Accenture).

“Nel 2030, tra pochi anni, faremo i conti con una popolazione sempre più grande con esigenze di cura precise e scarsità di manodopera – ha sottolineato Metta, che attualmente con IIT guida lo sviluppo del robot umanoide iCub. – Ecco perché la ricerca tecnologica si concentra sempre più nella tecnologia per la salute, il benessere, la manualità. Sfruttiamo la robotica e l’intelligenza artificiale che non si sostituiranno a noi ma saranno un moltiplicatore delle nostre capacità: in pratica faranno la fatica fatica per noi, esattamente come tantissimi altri strumenti che l’uomo utilizza da sempre. Il nostro lavoro con i robot si concentra sulla soluzione dei problemi, ad esempio i sensori tattili che permettono alle macchine di evitare gli ostacoli ma riconoscere le persone con cui stanno a contatto, oppure camminare stando in equilibrio. L’intelligenza artificiale applicata agli strumenti è ormai una realtà”.

Francesca Mulas

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