Reti intelligenti per l’energia, se non ora quando?

Delle reti intelligenti per l’energia – o smart grids – basate su piccoli impianti dedicati all’autoproduzione e all’autoconsumo se ne parla da 15 anni. Ma ancora poco è stato fatto, vuoi perché alcune componenti di queste complesse infrastrutture – in modo particolare le batterie per l’accumulo dell’energia da fonti soggette a interrompibilità e non programmabilità come il sole – erano, fino a poco tempo fa, troppo costose .Vuoi perché il legislatore non ha saputo o voluto crederci. Pertanto gli incentivi – vero motore del mercato dell’energia – sono andati a favore di impianti da fonte rinnovabili di grossa taglia (fatto, questo, che non ha in alcun modo impedito a chi produce energia da fonti fossili di vedere remunerati i propri Mwh a prezzi ben superiori a quelli di mercato).La situazione è forse destinata a cambiare con l’approvazione della nuova direttiva europea dedicata al tema delle reti intelligenti. Ma Sinnova affronta il problema.

A riconoscere l’esigenza di stimolare il mercato è lo stesso Alfonso Damiano, professore di Ingegneria energetica dell’Università di Cagliari oggi presente a Sinnova per un workshop dedicato alle reti intelligenti dell’energia. “C’è un grande fermento nel settore privato che si mostra pronto e disponibile – dice Damiano –, dall’altra parte c’è una domanda potenziale imbrigliata dall’attuale assetto normativo. Un forte contributo per lo sviluppo delle reti intelligenti può arrivare dal pubblico, visto che ormai i tetti delle pubbliche amministrazioni hanno un enorme quantità di fotovoltaico installato. Certo è che il bando della Regione per la realizzazione di microreti per 3,5 milioni di euro hanno avuto un’ottima risposta: l’offerta di finanziamenti è stata esaurita in pochi minuti”.

A Sinnova, il grande fermento nel settore privato di cui parla Damiano prende il nome di UCNET, concessionaria delle batterie TESLA per la Sardegna e l’Italia che si occupa di mobilità elettrica e di batterie per lo stoccaggio. Ma attenzione: le due cose non vanno concepite in maniera disgiunta. “La macchina elettrica – spiega il CEO Ugo Cuncu è il primo sistema di accumulo per chi produce energia tramite piccoli impianti domestici. E conforta rilevare che in entrambi i settori il mercato è in buona salute: l’anno scorso abbiamo realizzato 50 piccoli impianti ex novo, mentre nell’accumulo i nostri interventi sono cresciuti del 700% rispetto al 2015”. Insomma un mercato in buona salute, che va stimolato in maniera intelligente, specie nel settore della mobilità elettrica. Ad esempio, sistemando colonnine che abbattano i tempi di ricarica laddove la sosta dell’automobilista è funzionale solo al ‘pieno’ di energia e colonnine meno veloci, ma più economiche, nei casi in cui, come accade al cinema, la sosta dell’automobilista sia più lunga. Non solo: occorre anche mettere a sistema il parco “colonnine” e la mobilità elettrica. Cosi si può sempre sapere dove andare a fare il pieno. In ogni caso, le macchine elettriche si possono ricaricare anche a casa.

Ucnet si occupa insieme a Therabio di migliorare le performances energetiche di soggetti pubblichi e aziende private ma anche dei semplici cittadini fruitori di servizi nel territorio.
Il servizio prevede l’utilizzo di sistemi informatici nativi su server fisici remoti e cloud che gestiscano a distanza e autonomamente le informazioni ricevute, essendo collegati costantemente a strumenti di controllo, misurazione e stoccaggio dei dati. Questi, unitamente ai relativi attuatori di azioni da remoto, aprono le porte alla gestione di reti intelligenti applicabili a qualsiasi settore legato alle attività produttive civili, industriali e terziario ma anche a quelle legate alla gestione delle risorse pubbliche e dei servizi legati al cittadino.

Ma Alessandro Aresu, responsabile di Therabio, che nasce come azienda che si occupa di efficientamento energetico, ricorda: “Il primo passo è quello di diffondere consapevolezza: chiunque, si tratti di un utente domestico o di una grossa azienda che utilizza quantità di energia elevate può risparmiare modificando semplicemente alcuni comportamenti ‘dannosi’. In alcuni casi abbiamo rilevato eccessi risparmiabili nell’utilizzo di energia pari al 40%”. Una volta effettuato questo passaggio, i progettisti di Thera bio sono capaci di studiare soluzioni ad hoc che consentono ulteriori risparmi.

Piero Loi
@piero_loi

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