Venti di crisi su Cappellacci. Duro scontro su La Spisa tra Pdl e Riformatori

Segnali di crisi per la giunta Cappellacci. Con una dichiarazione perentoria il coordinatore sardo del Pdl Settimo Nizzi chiede al governatore di “riequilibrare le rappresentanze nell’esecutivo” e di “dimissionare” l’assessore al Bilancio e Programmazione Giorgio La Spisa. Una richiesta che Cappellacci avrebbe enormi difficoltà a mettere in atto. E le dimissioni sarebbero inevitabili.

 

Come è noto alcune settimane fa Giorgio La Spisa, diventato assessore e vicepresidente della Regione in quota Pdl, ha annunciato la sua candidatura per la coalizione che sostiene Mario Monti. E si è dimesso da vicepresidente (sostituita da Simona De Francisci) restando però assessore.

Ed ecco l’affondo di Nizzi: “La fuoriuscita dal Pdl dell’assessore transfuga La Spisa ha determinato un grave squilibrio nella rappresentanza di governo della Regione Sardegna e dunque nei rapporti tra le forze politiche di maggioranza. Oggi il Pdl rappresentato in Consiglio regionale da ben 25 consiglieri, ha soltanto tre assessori ed il presidente della Regione, mentre l’ex partito dei Riformatori ha oggi tre assessori, trovandosi nella condizione, da non sottovalutare, con consensi di molto inferiori all’Udc che rimane ferma a due assessori. La questione non può passare sotto silenzio – attacca Nizzi – e il Pdl porrà la questione nei modi e tempi debiti e sicuramente non si farà dettare l’agenda politica dai sostenitori di Monti e Montezemolo”.

Non è una formale apertura della crisi, ma ci si avvicina molto. Perché a questa richiesta di “riequilibrio” i principali chiamati in causa, cioè i Riformatori, hanno immediatamente risposto no per bocca del consigliere regionale Franco Meloni: “L’onorevole Settimo Nizzi dovrebbe stare molto attento a quello che dice. Se La Spisa fa parte di una forza di opposizione e per questo dovrebbe andare a casa, come dice il coordinatore regionale del Pdl, allora dovrebbero trarne le conseguenze tutti quanti non solo l’assessore alla Programmazione. Le parole non possono restare senza conseguenze, dunque invitiamo tutti a maggior cautela nelle loro esternazioni elettorali”.

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