Paola Dessy: “Sull’Isola nemmeno uno spazio per mio padre Stanis. Pronti a regalare parte delle sue opere”

“Lo hanno definito il più nazionale degli artisti sardi. Eppure, ancora oggi, la sua estesa produzione non ha trovato casa. Non a Sassari, dove papà ha vissuto e lavorato, non ad Arzana, dove è nato, non a Cagliari, il capoluogo a vocazione turistica. Dapprima mancavano i fondi, poi gli spazi, adesso chissà…”. La voce di Paola Dessy, figlia di uno dei grandi protagonisti dell’arte novecentesca, non nasconde una nota di amarezza. L’abbiamo incontrata a poche ore dall’appuntamento di questa sera a Oristano, dove alla Pinacoteca Carlo Contini, alle 19, s’inaugura una personale su suo padre, Stanis Dessy, retrospettiva che per numero di inediti e scelte dei curatori, si annuncia come la più significativa nella produzione espositiva del grande artista.

 

La Sardegna non è stata generosa con suo padre.

Né con lui né con Giuseppe Biasi. Ma non sono convinta si tratti di ingratitudine. In fondo, il desiderio di dedicare uno spazio adeguato a questi due grandi artisti c’è sempre stato, anche se il progetto non è mai partito. Troppe beghe politiche, troppi intoppi burocratici. E pensare che mia sorella Laura Amelia, nel caso trovassero un luogo adeguato, avrebbe intenzione di regalare un centinaio dei suoi lavori, compreso il famoso autoritratto. Io stessa ho raccolto tutte le incisioni, più di 500, ed è un mio profondo desiderio poter vedere tutta la sua opera sparsa in giro per il mondo finalmente raccolta in un bel museo.

 

A Sassari, in Largo Cavallotti, hanno messo una targa commemorativa…

Non è esattamente il tipo di riconoscimento cui pensiamo. La Regione che prima si nascondeva dietro la mancanza di sedi adeguate, adesso dovrebbe prendere finalmente una decisione. Gli spazi a Sassari ci sono, penso al Carmelo, ma anche a Nuoro e al nuovo museo Tribu. Ora serve la volontà. L’assessore alla cultura Sergio Milia sembra attento alle questione culturali, magari questa è la volta buona.

 

Cosa ricorda di suo padre?

Era un omone alto e grosso, che pareva burbero e incuteva una certa soggezione. Perse suo padre all’età di 16 anni, assumendosi responsabilità sin da giovanissimo. Una crudezza del carattere che traspare soprattutto nella sua prima fase creativa. In famiglia, però, coi suoi cari, era un uomo buonissimo. La nostra casa era un luogo di grande libertà. E di incontri. Ricordo i pranzi con Nivola, Palazzi, Petrucci. In quelle occasioni con le mie sorelle ci divertivamo a nascondere i suoi quadri e a sostituirli coi nostri lavori; gli amici arrivavano e faticavano a riconoscere  quelle tele. Lui sorrideva e ci incoraggiava alla produzione artistica.

 

Cosa aggiunge la mostra di Oristano a quelle precedenti?

A differenza della retrospettiva di Padova organizzata nel 2000 in occasione del centenario della nascita, e di quella del 2002 al Masedu di Sassari, in questa mostra si potranno trovare inediti appartenenti a privati e soprattutto alla famiglia. Io stessa, rimettendo ordine nei suoi lavori, ho trovato cinque o sei opere di grande bellezza, pastelli ma anche oli su tela, come quel delicato “Ada in verde”, l’immagine stampata sull’invito della mostra che ritrae mia madre da giovane in un giardino. A Oristano si svela finalmente  la vena più intimista di mio padre, quella più sensuale: era un gran sperimentatore di tecniche, un maestro del colore, saranno in tanti a stupirsene.

Donatella Percivale

 

La mostra

“Maestro del colore e delle tecniche. La mostra Stanis Dessy” organizzata dall’Associazione Stanislao Dessy con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Oristano, si inaugura questa sera presso la Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano e rimarrà aperta fino a sabato 6 luglio.

120 opere per presentare un’immagine inedita di uno dei protagonisti dell’arte del primo Novecento in Sardegna e per offrire una lettura originale dell’itinerario artistico del maestro arzanese, attraverso un percorso espositivo che mette in mostra oli, acquerelli, incisioni e disegni che esplorano, grazie anche alla presentazione di numerose opere inedite, le affinità tra temi e tecniche espressive, permettendo di scoprire la grandezza coloristica e il virtuosismo tecnico dell’artista.

Nella collezione della Pinacoteca Comunale Carlo Contini di Oristano figurano alcuni dei più prestigiosi nomi di quell’eletta schiera d’artisti che, nella prima metà del secolo scorso, hanno contribuito a formare una vera e propria via “sarda” per le arti visive, tra loro Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Mario Delitala e Carmelo Floris, ma, nella raccolta – consolidatasi tramite donazioni e acquisizioni e senza pretese di completezza – vi sono anche dei “grandi assenti” che tale via hanno creato e percorso. Stanis Dessy è tra questi e la sua assenza è resa ancor più evidente dal fatto che anche nel resto del Novecento e fino a oggi la città arborense non gli abbia reso omaggio e non lo abbia mai ospitato in uno spazio espositivo istituzionale.

Di questo panorama, in bilico tra tradizione e innovazione, col confronto discreto con la collezione comunale, dà conto la mostra che, se da un lato colma, pur per un breve lasso di tempo, una grave lacuna, dall’altro si propone come un’iniziativa di alto valore artistico e culturale rileggendo l’opera del grande maestro sardo in una prospettiva antologica e originale.

 

Se si è generalmente concordi nel considerare Stanis Dessy uno dei protagonisti indiscussi del risveglio artistico sardo del primo Novecento, con una fortuna critica che non gli è mai venuta meno nel tempo – come attestano la grande retrospettiva del 1987 al Padiglione “Tavolara” di Sassari, quella al Palazzo del Monte di Padova nel 2000 curata, come questa, da Caterina Limentani Virdis, e quella al MASEDU, sempre a Sassari, del 2002 – è pur vero che la mostra oristanese, oltre a presentare diversi inediti, alla consueta scansione cronologica affianca una differenziazione per generi artistici che mette in risalto l’estrema versatilità dell’artista e la sua insaziabile propensione alla sperimentazione.

Un utile approccio didattico dunque, per capire la grande perizia tecnica di un maestro capace di spaziare dal disegna alla xilografia, dalle diverse prassi calcografiche all’acquarello, dall’olio alla scultura, ma senza perdere di vista quella lettura critica che privilegia l’individuazione di due fasi ben distinte nell’opera dell’artista: da un lato gli anni della sperimentazione, dal 1918 al 1928, dall’altro gli anni della maturità, dal 1930 in poi. I due periodi, diversi per qualità e quantità, trovano nell’incisione sia xilografica sia calcografica un elemento unificante. L’esposizione è ulteriormente percorsa trasversalmente da alcuni nuclei tematici che nel tempo hanno caratterizzato la produzione pittorica dell’artista, soprattutto gli autoritratti e i ritratti della moglie Ada e dei figli.

Il ritratto è, del resto, un genere che gli fu sempre congeniale e nel quale l’artista riuscì a dare le sue prove più convincenti e a esso vi si dedicò sin dagli esordi, conferendo dignità a una pratica, soprattutto quella dell’autoritratto, ancora poco sperimentata nella Sardegna primonovecentesca, quasi a sottolineare una difficoltà di quei pionieri del moderno ad affermarsi sia in termini di individualità artistica sia in termini di prestigio sociale.

La mostra è curata da Giannella Demuro; Paola Dessy, Ivo Serafino Fenu e Caterina Limentani Virdis ed è accompagnata da un catalogo a colori, con testi critici di Caterina Limentani Virdis, edito da Ilisso edizioni

Stanis Dessy. Maestro del colore e delle tecniche è stata resa possibile grazie al sostegno e contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Oristano, con l’organizzazione dell’associazione culturale Stanislao Dessy e la collaborazione del Museo PAV di Berchidda e l’associazione culturale isolasenzatitolo.

 

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STANIS DESSY

Maestro del colore e delle tecniche

Pinacoteca comunale “Carlo Contini” – Hospitalis Sancti Antoni

Via Sant’Antonio, Oristano

inaugurazione venerdì 17 maggio, ore 19.00

17 maggio – 6 luglio 2013

lun-sab 10.30/13.00 – 17.00/19.30

tel. 0783 791262 – info@antiquariumarborense.it

 

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