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“Provincia cancellata ma la giunta continua a pagarsi gli stipendi. Portaborse compresi”

“Sulla carta la Provincia di Cagliari dovrebbe essere dichiarata decaduta entro il 28 febbraio prossimo, eppure pochi giorni fa gli uffici, su input della giunta, hanno firmato due determine che prevedono una spesa complessiva di 320mila euro da qui a giugno”.  Lo denuncia in una nota il Centro studi dei Riformatori. Si tratta dei soldi che serviranno a pagare le indennità del presidente Angela Quaquero e della giunta provinciale (206mila euro), oltre agli stipendi dei cosiddetti ‘articolo 90’ (114mila euro), i ‘precari’ della pubblica amministrazione indicati su precisa disposizione politica, che svolgono funzioni di supporto ad assessori e presidenza.

“Ecco come i partiti che governano la provincia di Cagliari stanno tutelando le loro poltrone e i loro emolumenti di staff – si legge in una nota -. Gli articoli 90, al servizio degli organi politici, costano alle casse pubbliche 228.240 euro all’anno (per ora ne hanno impegnato la metà,114.120 euro, fino al prossimo giugno). Invece, la giunta provinciale, presidente compreso, costa alle casse pubbliche, per un anno, 412mila euro (e anche qui ne hanno impegnato la metà, 206mila euro, fino al prossimo giugno). Ergo, l’esecutivo provinciale di Cagliari, compreso i portaborse (questo sono gli art. 90) ci costerà per il 2013 640mila euri”.

Per i Riformatori, promotori del referendum del maggio scorso con cui i sardi hanno decretato l’abolizione delle province, ci si trova di fronte al tentativo di “confermare ai propri posti organismi oggi privi di qualsiasi legittimazione democratica. Il partito trasversale del “gattopardismo istituzionale” è molto ampio e non esclude nessun partito. Auspichiamo – conclude la nota – una soluzione radicale, riformatrice, che prende definitivamente atto del referendum, avvia il processo di ricostruzione delle autonomie locali sarde dal prossimo 1 marzo, insedia i commissari e detta l’agenda riformista da porre in pratica entro un anno. Facciamo che la Sardegna sia l’apripista della riforma della governance territoriale di secondo livello”.

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