Pigliaru, “no a rimpasti e rimpastini: non servono”

Francesco Pigliaru lo ribadisce nuovamente: no al rimpasto, ma accelerare sulle riforme. Così nel vertice di maggioranza.

Francesco Pigliaru non ha fatto giri di parole: “Rimpasti e rimpastini non servono“, ha detto il presidente della Regione ai suoi, nel vertice di maggioranza convocato alle 16 in una sala del Consiglio regionale. E la cifra politica non cambia: senza farsi dettare l’agenda da nessuno, il capo della Giunta prosegue il governo della Regione con la squadra di 12 assessori nominati a marzo 2014, all’indomani della vittoria elettorale, come lo stesso governatore aveva ribadito una prima volta ad aprile e poi ha ripetuto nei primi giorni di giugno, stando alle indiscrezioni filtrate dal suo entourage.

La posizione del presidente, comunque, non è fine a se stessa né una risposta indiretta alle nuove richieste di rimpasto emerse nella riunione di coalizione convocata lunedì dal segretario del Pd, Renato Soru. Pigliaru ha indicato la strada che intende seguire, un percorso fatto intanto di riforme. Sul piatto, il capo dell’Esecutivo ne ha messe tre, a cominciare dalla legge regionale 1, ovvero la distribuzione delle competenze agli assessorati, una divisione di deleghe che Pigliaru vuole rimodulare per rendere più snella la macchina regionale. Ciò che vale la prima ragione del no al rimpasto: è inutile – ha ragionato il presidente – procedere adesso con i cambi, se la Giunta si ridefinirà al proprio interno.

La riscrittura delle legge 1, in capo all’assessore Gianmario Demuro, presente al vertice di oggi, è prevista entro la fine dell’anno. Solo a quel punto, è nelle intenzioni di Pigliaru, ci potranno essere sostituzioni nell’Esecutivo.

Nel pacchetto delle riforme ecco anche la riorganizzazione degli Enti locali, cioè il dopo Province, e la razionalizzazione della rete ospedaliera, una ristrutturazione necessaria a contenere gli enormi costi della sanità sarda che dovrebbe arrivare a quota 3,3 miliardi, con uno sforamento di 400 milioni lasciato in eredità dal centrodestra, secondo gli ultimi conteggi.

A fronte del rimpasto rispedito di nuovo ai mittenti, Pigliaru non ha chiuso la porta al confronto. Anzi. Il governatore parteciperà alla due giorni del centrosinistra, una sorta di campus politico che i partiti della maggioranza hanno deciso di organizzare per il 13 luglio (inizialmente si era parlato del 3 e del 4), a Milis, nell’Oristanese.

Pigliaru ha poi chiesto maggiore unità ai partiti della coalizione. Al presidente non sono piaciute le schermaglie di questi giorni seguite alla riunione di coalizione, con pezzi di centrosinistra – su tutti Cd e Pds – che hanno fatto quadrato intorno al governatore. Ma in questo c’è anche un po’ di tatticismo, visto che Pigliaru può solo trarre vantaggio dalla difesa che Centro Democratico e Partito dei Sardi – rispettivamente col deputato Roberto Capelli e con l’assessore Paolo Maninchedda – hanno fatto sulla sua leadership, una volta di più. Ovviamente in chiave anti-Soru, dal canto suo interessato a contare di più nell’Esecutivo.

Infine la comunicazione: come noto, al momento l’Ufficio stampa della Regione è in autogestione, dopo la scadenza del contratto a Roberto Morini che per un anno ha coordinato la squadra di giornalisti. Pigliaru ha parlato della necessità di promuovere l’attività della Giunta e della maggioranza con maggiore incisività. Al vertice erano presenti anche gli assessori Raffaele Paci (Programmazione) e Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

 

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