Di Madre in Madre è una galleria di immagini che catturano la trasmissione di pratiche e saperi appartenenti a un tempo ormai passato, ma che ancora sopravvive nella maestria di donne che hanno attraversato il ‘900.
Una mostra fotografica che propone spunti di riflessione e coinvolge, in una sintesi narrativa, il grande pubblico isolano e mediterraneo che affonda le proprie radici nel culto della Dea Madre.
Un dialogo tra archeologia, antropologia e fotografia che intreccia i diversi aspetti della figura femminile. Scatti che coinvolgono l’osservatore suscitando emozioni e interrogativi sulla rappresentazione culturale della donna e sulla eredità di conoscenza che non si è dissolta nel tempo.
Lo studio condotto dalla fotografa Marceddu, con il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna, è volto alla rivitalizzazione del mito del matriarcato per gli effetti che esso può ancora produrre, con un forte impatto nel raggiungimento della consapevolezza delle proprie radici culturali e di genere nelle donne e madri di oggi.
Partendo dalla frammentarietà del patrimonio artistico isolano legato al culto della Dea Madre e dell’elemento femminile, la mostra propone un punto di vista nuovo che utilizza la sfera dell’immagine e della comunicazione visiva come strumento di dialogo tra discipline differenti e le rappresentazioni tutt’ora esistenti della donna.
Il Matriarcato è un sistema sociale basato sulla certezza della genitorialità materna, in cui il potere politico-economico è appannaggio della madre più anziana della comunità e, per estensione, alle altre donne. Da qui il concetto di Matrilinearità, che identifica un sistema di discendenza in cui i figli ereditano la posizione sociale e il possesso dei beni dalla madre.
La fotografa Anna Marceddu ha intrapreso una ricerca iconografica di reperti archeologici e storici presenti nei musei sardi, che attestano il culto locale della Dea Madre e la trasmissione della cultura e del potere per via materna, intrecciandoli con ritratti di donne che hanno vissuto, o stanno vivendo, l’essenza del Matriarcato.
Una dimensione che ancora produce effetti sulle storie di vita e sul modo di rappresentarsi delle donne sarde. Un mito che viene esplorato, attraverso l’uso della fotografia, per la capacità che esso ha di mostrare le donne, la vita lavorativa e familiare.
Sguardi che rimandano alla forza e alla durezza della pietra scolpita come simbolo della vita e della generazione. Un fil rouge che unisce presente e passato, tessendo uno stretto rapporto tra la dimensione femminile all’interno della società e la sua rappresentazione.
(Tiscali, Località Sa Illetta – Cagliari
26 settembre – 31 ottobre 2014
aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18
sabato e domenica chiuso)
In occasione dell’apertura della mostra fotografica, il 26 settembre alle 19, Rossella Faa leggerà i versi di Franca Cornaglia Ferraris, poetessa cagliaritana scomparsa lo scorso anno.