Neo deputati sardi, prove di intesa trasversale su insularità e trasporti

Il bene della Sardegna prima di tutto, al di là delle appartenenze politiche. “Se si deve convergere per una buona causa, non c’è ragione per farsi ostracismo, non avrebbe alcun senso”. Parola di Mara Lapia, avvocata eletta con il Movimento 5 stelle nel collegio uninominale di Nuoro, uno degli undici deputati grillini che arrivano dalla Sardegna. L’ANSA l’ha contattata durante la lunga fila per il ritiro del tesserino da parlamentare. “Sono emozionata – ammette – lo sarò ancora di più venerdì quando entrerò per la prima volta in Aula”. Ma intanto si dice disposta a collaborare, fugando i dubbi degli esponenti delle altre coalizioni nei confronti dei pentastellati. I dubbi di Gavino Manca, per esempio. “Si tratta di capire se il M5s ha proposte da fare per la nostra terra – spiega il neo deputato del Pd – in campagna elettorale ne ho sentito poche, ma certo se arriveranno iniziative intelligenti siamo disposti a sposarle”.

“Vediamo se hanno intenzione di collaborare oppure se decideranno di sollevare un muro in nome dell’appartenenza politica – dice Pietro Pittalis, storico capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e adesso eletto alla Camera – ricordo che sono aperte una serie di questioni, prima fra tutte quella sulla zona franca, poi la vertenza entrate”. Pittalis e Manca hanno una posizione simile anche sulle priorità per l’Isola da porre all’attenzione del Parlamento. “La battaglia che deve passare è il riconoscimento in Costituzione del principio di insularità e spero che sia fatta propria anche dagli altri colleghi”, auspica il deputato azzurro. “L’insularità, certo – conferma Manca – e poi a cascata il tema della continuità territoriale su cui il Governo precedente ha già investito risorse importanti”. Lapia ha un’idea diversa. “Non c’è una proposta particolare, ma è certo – annuncia l’esponente 5 stelle – che ho intenzione di occuparmi della sanità della mia terra, ci sono grossi ospedali con reparti allo sbando e piccoli presidi che rischiano di chiudere”.

I tre sono divisi sugli scenari per il prossimo governo. Le neo deputata grillina non si pronuncia, ricalcando il parere espresso già dalla collega senatrice Evangelista: “I tempi non sono maturi per una risposta, facciamo un passo alla volta, ora pensiamo all’elezione dei presidenti delle Camere”, spiega. Gavino Manca fa una distinzione: “Se parliamo di governo politico, allora è giusto che il Pd faccia l’opposizione di un esecutivo a maggioranza Lega e 5 Stelle, cioè le forze che hanno avuto più voti. Se invece dovesse nascere un governo di scopo, allora i dem non dovrebbero rifiutare assunzioni di responsabilità”. “Nessuna coalizione ha la maggioranza assoluta – ricorda Pittalis – ma è anche vero che il centrodestra ha ottenuto il 37% e gli elettori hanno dato una chiara indicazione su chi dovrà assumersi la responsabilità di guidare il Paese”.

 

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