Nel 2016 a Cagliari oltre 90mila chiamate al 112 e novecento arresti

Circa cinquemila indagati, di cui 900 arrestati, 170mila persone identificate, 121mila veicoli controllati e quasi 90mila chiamate al 112. Sul fronte della lotta al traffico di droga sono state arrestate 157 persone, 233 i denunciati, 393 i segnalati alla Prefettura. Sequestrati un chilo di cocaina, uno di eroina, 103 kg di hascisc e 1.419 piante di cannabis. Sono alcuni dei numeri relativi all’attività svolta dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari nel 2016. Il bilancio è stato tracciato dal comandante, colonnello Luca Mennitti.

In particolare sono stati perseguiti dall’Arma 17.083 reati, pari all’85% di quelli commessi in tutta la provincia. Ben 46.260 i servizi di controllo sul territorio, con l’impiego di 91.562 militari. Super lavoro per il servizio dal 112. Tra le 90mila chiamate ricevute, 6.580 sono state per denunciare reati, 20.481 per chiedere informazioni, oltre settemila per richieste di soccorso e ben 37.161 per dissidi privati. “Si tratta di chiamate per litigi condominiali, attriti con i vicini, discussioni per incidenti stradali – spiega Mennitti – Nel complesso, però, segnaliamo un calo dei reati”. A volte proprio i dissidi si trasformano in reati veri e propri, è il caso degli incendi di auto. “E’ un fenomeno tutto sardo – sottolinea il comandante provinciale – un dato che ci preoccupa e ci impegna. E’ diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio e andrebbe affrontato anche dal punto di vista culturale”. Preoccupa anche l’aumento delle piantagioni di cannabis. “Abbiamo registrato una crescita anche delle coltivazioni in casa”, rileva l’ufficiale. Il 2016 ha visto la nascita nella sede del comando provinciale di Cagliari della “stanza rosa”, un luogo dedicato a raccogliere le denunce delle donne vittime di violenza e quelle dei soggetti più deboli, come anziani e bambini. “Prestiamo massima attenzione a queste categorie – conferma Mennitti – dall’apertura della stanza si è registrato un lieve aumento delle denunce per atti persecutori e lesioni dolose che evidenzia una maggiore consapevolezza delle vittime e una maggiore fiducia nelle istituzioni”.

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