Quali effetti ha avuto sul terzo settore l’ultima rimodulazione del Pnnr? Uno studio realizzato da Open Polis e dal Forum del terzo settore ha cercato di fare luce sullo stato dell’arte del Piano, con un focus particolare sugli interventi dedicati a tutto il mondo del sociale e alle categorie più fragili. Noi abbiamo analizzato i dati emersi estrapolando, in particolare, quelli riguardanti la Sardegna.
Vediamo misura per misura cosa è emerso.
Per le comunità verdi e la crescita sostenibile delle comunità locali sono stati stanziati in tutto 135 milioni di euro. In Sardegna sono stati finanziati 30 progetti e con 13,7 milioni di euro, siamo la seconda regione nel Paese superata solo dal Piemonte. Diciamo subito che sarà uno dei pochi risultati che ci vedono nelle primissime posizioni delle graduatorie anche se bisogna specificare che il raffronto non avviene tenendo conto del numero di abitanti ma semplicemente sull’ammontare della cifra stanziata.
Per quanto riguarda le aree interne, nella versione originale la misura aveva un valore complessivo di 725 milioni di euro e prevedeva la realizzazione di servizi e infrastrutture sociali oltre al miglioramento di quelle esistenti a favore di almeno 2 milioni di persone residenti nei comuni rientranti nelle aree interne (di cui almeno 900mila nel mezzogiorno). Questi interventi avrebbero dovuto concludersi entro la fine del 2025. Questa misura è stata però stralciata dal Pnrr e il governo ha assicurato che verranno utilizzate altre forme di finanziamento. La speranza è che questo avvenga perché il problema delle aree interne, in particolar modo nella nostra isola, è tra quelli meritevoli di un’attenzione massima e l’opportunità dei fondi del Pnrr era sicuramente molto attesa.
Un’altra misura molto attesa dal terzo settore era quella riguardante la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e anche questa è stata completamente stralciata dal Pnrr, una scelta che suscita ben più di una perplessità.
Passiamo alle strutture sanitarie di prossimità, le farmacie rurali. Una misura pensata per consentire ai pazienti di rimanere nella propria area domiciliare. In Sardegna è previsto un finanziamento di 1,3 milioni di euro. La regione che riceve maggiori finanziamenti è la Calabria con 3,5mln, seguita dalla Campania con 3 milioni, la Sicilia ha invece 1,9 mln di euro.
La misura che punta a migliorare l’attrattività dei borghi. In Sardegna sono stati finanziati progetti per 32 milioni di euro. La metà delle risorse stanziate per la Sicilia.
Per la valorizzazione identità dei luoghi e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini promuovendo la rigenerazione di parchi e giardini storici, la Sardegna è tra le regioni ad aver ottenuto meno fondi, la Campania ne riceve 90 milioni mentre noi 1,65 milioni di euro. Anche in questo caso specifichiamo che il confronto non tiene conto del numero di progetti realmente presentati.
Passiamo al sostegno della ripresa e dell’innovazione dei settori culturali e creativi dopo la pandemia utilizzando le tecnologie digitali e favorire un approccio green. La Sardegna ha avuto circa 7 milioni di euro.
Per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi, per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura, a livello nazionale sono stati stanziati in tutto circa 300 milioni di euro. L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze che limitano la partecipazione dei cittadini alla vita e al patrimonio culturale quali barriere architettoniche, fisiche, cognitive e senso percettive. Per la Sardegna ci sono in tutto 17,3 milioni e siamo la quarta regione. La prima è la Campania con 43,6 milioni.
Per la facilitazione digitale alla Sardegna vanno solo 230 mila euro, ultima in assoluto. La Lombardia la regione che ottiene più fondi con oltre 18 milioni, seguita dal Lazio con oltre 15 milioni. Riguardo questa misura lascia più di un dubbio l’esiguità delle risorse destinate alla nostra isola.
Per la digitalizzazione dei beni culturali, e in particolare per realizzare un’infrastruttura digitale nazionale in grado di raccogliere, integrare e conservare le risorse culturali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate, alla Sardegna vanno quasi 30 milioni di euro. Più del doppio sono stati stanziati alla Campania, mentre la prima, la Lombardia, ottiene 139 milioni.
Un tema particolarmente importante è quello riguardante le strutture per la prima infanzia. In Sardegna ci sono 88 progetti finanziati per un totale di 107 milioni di euro. Quasi il doppio in Sicilia mentre in Campania sono previste risorse per 343 milioni di euro.
Per quanto concerne l’intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado. A livello nazionale sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro da utilizzare per la realizzazione di un piano di potenziamento delle competenze di base. Si prevedono programmi e iniziative di tutoraggio, consulenza e orientamento per almeno 820 mila studenti, con lo sviluppo di un portale nazionale per la formazione online e con moduli dedicati ai docenti. Il valore dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr per il contrasto dei divari vede la Sardegna ricevere poco più di 16 milioni contro i 78 milioni per la Campania e i 74 per la Sicilia. Il numero di progetti legati al contrasto della povertà educativa nel mezzogiorno finanziati dal Pnrr in ogni regione vede in Sardegna finanziati solo 12 progetti. Sappiamo bene le dimensioni del problema dispersione scolastica con percentuali (il 13%) ben più alte della media nazionale in Sardegna. Siamo anche decisamente lontani dall’obiettivo europeo di una dispersione al massimo al 9%. Questo finanziamento, anche rispetto alla cifra totale ingente stanziata a livello nazionale è chiaramente insufficiente.
Per il sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, ci sono 32 progetti finanziati in Sardegna con investimenti intorno ai 18 milioni di euro.
Invece per i percorsi di autonomia delle persone con disabilità sono stati stanziati in tutto 500 milioni di euro. Alla Sardegna vanno 12,8 mln di euro contro gli oltre 51 milioni del Lazio, i 48 del Lazio e i 38 della Campania.
Per sostenere e aiutare le persone senza fissa dimora ad accedere a un alloggio temporaneo e creare piccoli centri servizio per persone in povertà estrema alla Sardegna sono stati stanziati 10,7 milioni di euro contro i 66 della Lombardia e i 58 del lazio.
I fondi del Pnrr per le politiche attive del Lavoro: alla Sardegna sono andati 32,82 milioni di euro, per fare un raffronto i finanziamenti maggiori alla Campania sono andati 138 milioni.
I progetti di rigenerazione urbana: c’è oltre un miliardo per il Lazio mentre per la Sardegna ci sono 162 milioni di euro.
Per i Piani urbani integrati alla Sardegna arrivano 113 milioni di euro che servono per una progettazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di rigenerare, rivitalizzare e valorizzare grandi aree urbane degradate.
Per il Piano Pinqua sulla qualità dell’abitare, ci sono in tutto 33 progetti in Sardegna per un totale di circa 100 milioni di euro.
Per le case della comunità e la realizzazione di punti unici di accesso alle prestazioni sanitarie dove opereranno team multidisciplinare. Ci sono 50 progetti finanziati in Sardegna per un totale di 88 milioni di euro.
Per l’assistenza domiciliare alla Sardegna il finanziamento complessivo è di quasi 160 milioni di euro, contro i 750 alla Lombardia, i 540 milioni al Lazio e i 475 alla Campania.
Per potenziare le centrali operative territoriali che dovranno svolgere una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti al fine di assicurare continuità, accessibilità e integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, ci sono per la Sardegna 6 milioni di euro. Sempre per fare un raffronto la Lombardia è quella che riceve maggiori finanziamenti con oltre 40 milioni di euro.
Infine, per la misura dello sport e inclusione nella nostra isola sono stati finanziati in totale progetti per 41 milioni di euro.
Un ultimo dato che riguarda il terzo settore a livello nazionale riguarda l’ammontare totale dei finanziamenti stralciati che è pari a 1,3 miliardi di euro.
Massimo Sechi