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Flotta sarda, Comitato chiede atto di buon senso: subito incontro Regione-Tirrenia-Ministero

“Continuiamo ad assistere increduli a un atteggiamento di chiusura nei confronti di qualunque possibilità di dialogo con le parti interessate: compagnie navali da una parte, ministero dei Trasporti dall’altra”. Fabrizio Steri, il portavoce del Comitato Continuità Territoriale, lancia un appello: “E’ da mesi ormai che denunciamo l’esigenza vitale di un incontro, e non è più tollerabile che esista una compagnia di navigazione che, per quanto oggi privata, usufruisce di 72 milioni di euro pubblici annui e che, con questa compagnia, la Regione non abbia mai inteso interloquire per trovare soluzioni che portino all’immediato calmieramento delle tariffe”.

“Questa compagnia, da mesi, attraverso i suoi vertici – prosegue Steri – sta girando in lungo e in largo la Sardegna per stringere accordi di collaborazione con Consorzi turistici e amministrazioni comunali e ci pare davvero surreale e non tollerabile che continuino a trattare con tutti e che l’unico ente con il quale non si sia mai aperta una trattativa sia proprio la Regione Sardegna.

“La guerra a cui stiamo assistendo da tre anni sta producendo danni incalcolabili all’economia turistica della nostra terra: senza interventi immediati, già nel 2013 si tradurrà nel collasso di centinaia di aziende e nella perdita di migliaia di posti di lavoro”.

A breve giro di posta, la risposta del governatore Cappellacci attraverso il suo portavoce Serra: “Contrariamente a quanto dichiarato da un esponente del ‘Comitato continuità territoriale, nel 2011 la Regione cercò il dialogo con le compagnie di navigazione per scongiurare quel vertiginoso aumento delle tariffe che ha penalizzato la nostra isola. Solo dopo la netta e reiterata chiusura degli armatori il presidente Cappellacci inviò la segnalazione all’antitrust”.

“Poiché è nota la piega presa dalle indagini – aggiunge Serra – stupisce che un comitato che si definisce favorevole alla continuità in qualche modo benedica chi ha non ha rispettato il diritto alla mobilità dei sardi e confonda le diverse responsabilità. Attribuire l’aumento dei prezzi a chi lo ha contestato, e non a chi lo ha deciso, è un ragionamento che stride con la realtà”.

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