Cultura, Michela Murgia attacca la giunta Pigliaru: “Non è migliore di quella precedente”

“La Regione di Pigliaru dimostra di non essere migliore di quella di Cappellacci: la destra finanziava carrozzoni, la sinistra toglie i finanziamenti. E meno male che per il centrosinistra la cultura era una priorità”. Così la scrittrice Michela Murgia  ai microfoni dell’emittente privata Radiolina a proposito della polemica sulla mancata partecipazione della Regione Sardegna al Salone internazionale del libro di Torino (si terrà dall’8 al 12 maggio).

Ma la Murgia non solidarizza con l’Associazione editori sardi che ha denunciato il disimpegno finanziario della Regione. Ha infatti sottolineato che lo stand dell’Aes – un’associazione comunque “non rappresentativa dell’intera filiera degli editori sardi” – “costava tantissimo. “Il problema – ha detto – è l’assenza della Regione da una manifestazione di questo rilievo”. E ha sottolineato che lo scorso anno, con una cifra corrispondente alla metà dei 50mila euro spesi dalla Regione per lo stand, l’associazione Liberos ha organizzato in cinque giorni ottanta eventi.

Ieri Michela Murgia era intervenuta sulla questione con un post sula sua pagina Facebook, riassumendo in tre punti la decisione  il significato della decisione della giunta Pigliaru di  bocciare il finanziamento per il Salone del libro. “Questo – ha scritto – vuole dire tre cose: 1) Che la giunta Cappellacci, troppo impegnata a deliberare per gli interessi dei suoi sponsor industriali e finanziari, se n’è infischiata altamente di progettare la partecipazione della regione al Salone di Torino. 2) Che la giunta Pigliaru, troppo impegnata a capire come ripartire i soldi negli ambiti che considera prioritari (quelli veri, non quelle delle dichiarazioni da campagna elettorale) non ha la minima intenzione di porre rimedio a quest’assenza.3) Che le buone volontà dell’assessore Claudia Firinu, che in buona fede aveva detto agli operatori del settore che invece se fosse dipeso da lei la Sardegna a Torino ci sarebbe stata, non hanno in realtà alcun valore, perché tanto le decisioni le prende qualcun altro”.

 

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