Il Corpo Forestale a guardia dei Giganti, la proposta di Irs per fermare i tombaroli

Il corpo forestale della Regione a guardia dei Giganti: ecco la proposta di Irs, presentata questa mattina in Consiglio Regionale a pochi giorni dal raid dei tombaroli che hanno violato lo scavo sulla collinetta di Monti Prama. Nell’interrogazione firmata dal consigliere Gavino Sale di Indipendentzia Repubrica de Sardigna si ricorda che un sito archeologico così importante non ha un servizio di custodia neanche ora che gli scavi sono in corso: tombe millenarie con resti umani e corredi mai venuti alla luce, frammenti di pietra e ceramica, tracce di architetture che potranno finalmente chiarire la destinazione d’uso del sito sono lasciati incustoditi la sera e nel fine settimana, quando archeologi, ingegneri, studiosi e operai non sono al lavoro.

“Considerato che l’area perimetrale dello scavo risulta priva di una guardiania notturna utile alla tutela degli oggetti scoperti e dell’intera area di scavo – si legge nell’interrogazione di Sale – chiediamo al Presidente della Regione e all’assessore alla Cultura se, alla luce degli episodi di saccheggio dei tombaroli avvenuti durante la notte negli scavi intendano utilizzare il Corpo Forestale della Regione per la protezione dell’area degli scavi di Monti Prama”.

L’area di indagine nella collinetta vicino a Cabras, dove già nelle ultime settimane sono venuti alla luce nuovi frammenti di sculture e ceramica, è completamente aperta, accessibile a chiunque quando il cantiere di lavoro è chiuso: un patrimonio alla portata di curiosi e tombaroli in cerca di tesori che fuori dal loro contesto hanno però un valore ben inferiore rispetto alla portata culturale. Frammenti apparentemente insignificanti e dallo scarso valore commerciale possono invece raccontare tanto per lo studio, la datazione e la conoscenza del sito. I misteri di Monti Prama saranno svelati solo se le ricerche continueranno indisturbate e senza manomissioni. Nel frattempo Raimondo Zucca, archeologo dell’Università di Sassari che dirige lo scavo insieme a Alessandro Usai della Soprintendenza Archeologica cagliaritana e Gaetano Ranieri dell’Università di Cagliari ha deciso di pagare di tasca propria i custodi privati dell’area.

Francesca Mulas

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