Sul palcoscenico con le Lucidosottile la lingua sarda diventa glamour. Il 25 aprile, all’ex liceo artistico, va in scena ‘In su chelu siat’ versione in sardo dello spettacolo ‘Holy Peep Show’, rivisitazione ‘choc’ della favola di Pinocchio. La locandina con la Madonna-Fata turchina e il Cristo-Pinocchio era finiti subito nell’occhio del ciclone e aveva sollevato anche un’interrogazione.
“Lo spettacolo lancia un messaggio positivo – assicurano Tiziana Troja e Michela Sale Musio, attrici e registe della compagnia cagliaritana che a ogni esibizione registra il tutto esaurito – spirito guida dello spettacolo è San Francesco che nell’atto di donare le sue vesti ai poveri, sceglie la strada della preghiera, della semplicità e della comunanza con il creato e l’umanità. La piece, inoltre, segna un altro passo avanti verso la creazione di un ponte generazionale nel segno dell’identità e della cultura sarda”.
Tra gli ospiti dello spettacolo, i tenores di Neoneli, il famoso coro di “canto a tenore” patrimonio dell’Unesco. “Il sardo in questa opera diventa una lingua viva piegata alle esigenze della modernità”, commenta Maria Antonietta Piga, nuorese, traduttrice del testo.
Forte il contenuto di denuncia della piece.”La polemica contro i silenzi sugli abusi e gli episodi di pedofilia, la mondanità, lo sperpero di denaro e la lontananza dalla gente non dell’istituzione religiosa in senso lato, ma solo di una certa chiesa.