Cara Sandrina, “miserabile” è l’integralismo Cattolico

Cara Sandrina, nonostante quel “zitto miserabile checca”, io ti perdono.
Quell’ “appassionante” dibattito con te e col tuo riferirti a ciò che per la vita e per la Bibbia è naturale o contro natura, ha ispirato in me questa riflessione.
Troppo spesso, tra i ferventi integralisti cattolici, sento insistenti riferimenti ai testi sacri, sull “l’omosessualità come abominio” (levitico 11-12). Un primo punto di chiarezza: nella Bibbia, cosi come nel mondo antico, non c’era un termine per designare l’omosessualità (la parola ”omosessualità” fu coniata nel 1869 dal medico ungherese Benkert). Certo, in levitico, si dice “abominio” l’avere con maschio relazioni come si hanno con donna. Bene.
Ti chiedo, Sandrina, nel momento in cui tua figlia dovesse iscriversi all’università, laurearsi e scoprire magari una passione per  la pittura, quanto penseresti di ricavarci nel venderla come schiava? (esodo 21.7).
Mentre ci pensi Sandrina, un’ altra domanda: mia madre, insegnante, aveva il giorno libero il giovedì e si ostinava quindi a lavorare il sabato: Esodo (35-2) sancisce che debba essere messa a morte; ti chiedo: sono obbligato a ucciderla con le mie mani o posso chiamare la polizia?
Cara Sandrina, a chi devo rivolgermi per lapidare tutti gli agricoltori di Jerzu (paese a vocazione agricola), colpevoli di aver coltivato piante diverse una affianco all’altra? E posso bruciare mia zia perché nel giorno della cresima ha indossato indumenti fatti con due tessuti diversi (Levitico 19-19)?
Vorrei inoltre sapere: ti piace mangiare gamberoni? Perché come è abominio “avere con maschio relazioni come si hanno con donna”, è anche abominio mangiare “tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque” (Levitico 11-12).
Cara Sandrina, ogni testo, ivi compresi i testi sacri, vanno presi in esame e vanno collocati nel proprio contesto storico, letterario, culturale e teologico. La Bibbia infatti è una raccolta di scritti nata da autori diversi, in epoche diverse e luoghi diversi. Il problema di tanti cattolici “integralisti”, e quindi della Chiesa in generale, è che “se non si sciolgono le barriere della mente anche quelle del cuore fanno fatica”. Per questo la nostra chiesa, e non per cattiveria, fa fatica ad accogliere fino in fondo l’amore omosessuale. Senza voglia di conoscenza e pragmatismo  non si può accogliere l’amore di Dio.
Le  due forti obiezioni Cristiane contro l’amore omosessuale sono: una in nome della Natura, una nel nome della Bibbia. Sulla prima obiezione in nome della natura: quando parliamo di vita umana, è un errore limitarci a pensare che la vita sia solo quella biologica o zoologica. Siamo questo ma anche vita sentimentale e della mente, vita progettuale, intelletto, spirito e spiritualità che è poi la dimensione più alta della libertà. Siamo determinati dalla sessualità ma non dobbiamo esserlo al punto tale da essere necessitati da essa.

Sulla seconda obiezione in nome della Bibbia: “la lettera uccide”, scriveva San Paolo. Occorre superare l’interpretazione letterale delle Scritture. L’interpretazione alla lettera da parte degli uomini, su testi scritti da uomini (e dalla loro fallibilità) ha giù ucciso e continua ad uccidere, moralmente e fisicamente.
La Bibbia non è “parola di Dio”, la Bibbia “contiene la parola di Dio”. Ogni credente, ogni Cristiano, dovrebbe far scaturire da alcuni passi della Bibbia, quella relazione armoniosa e quell’energia positiva che accompagna le relazioni umane; quella “primavera che fa fiorire la vita”. Se questo non avviene“la lettera è solo una gabbia dentro cui la mente, il cuore e la vita delle persone sono rinchiuse”. Siamo cattolici per far parte di un club o perché l’appartenere a questa istituzione ci permette di amare di più, ci rende più capaci di produrre energia positiva per il mondo? A tanti Porporati, “illuminati” dentro ai propri lussuosissimi appartamenti “regali”, che contro i diritti gay spendono fiumi di parole di nome di Cristo dico: “Gesù non ne parlava, tacete anche voi.” E soprattutto: “Non pronunciate il nome di Dio invano”.
Cara Sandrina, quel che invece certamente diceva Cristo, e che ha caratterizzato il senso del suo sacrificio era “ama il tuo prossimo come ami te stesso”. Ecco perché ti perdono, senza astio e senza rancore. Perché tra te e me, la vera vittima sei tu.

Gianluigi Piras

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