Nemmeno la tempesta di tuoni e fulmini ha evitato che sabato sera, a Cala Gonone, saltasse l’atteso aperitivo in musica all’Acquario. I solerti organizzatori hanno spostato l’appuntamento dallo spazio all’aperto alle sale interne della struttura, dando così la possibiltà ai fiati e gli ottoni della Rural Electrification Orchestra di accompagnare l’eccellente degustazione delle cantine di Dorgali con una decisamente sollecitante colonna sonora.
Il sipario sulla XXVII edizione del Festival è poi calato domenica sera, dopo le “Inner Roads” di Favata, Gallo, Gandhi e Zanisi: uno sguardo alle radici del mondo che ha sedotto il pubblico, complice una produzione in cui i musicisti hanno saputo mescolare acustica ed elettronica, jazz contemporaneo, ma anche milonga e tango in un’effervescente esplorazione melodica.
“Il nostro è un quartetto relativamente giovane ha spiegato Favata –e il nostro pubblico deve aspettarsi una grande apertura musicale al mondo, un rinnovamento continuo e inarrestabile di quanto già ascoltato e composto in precedenza. ‘Inner Roads’ contiene dei pezzi che ho scritto alcuni anni fa, ma ognuno ha dato il suo contributo in maniera molto personale ed è stato accolto in maniera entusiastica. Se manca il feeling, non ci rimane più nulla”.
E proprio di grande feeling occorre parlare se si pensa allo straordinario concerto dei Tingvall Trio, uno dei giovani gruppi jazz della Germania, ascoltato sabato sera al teatro Comunale, con una platea stracolma e affamata di bis. La band che ha presentato “Beat”, disco ampiamente strutturato grazie alle ispirazioni arrivate da una lunga tournèe mondiale -protagonista il contrabbasso vibrante di Rodriguez Calvo e la sezione ritmica e incalzante del batterista Jürgen Spiegel- ha offerto un’ora e mezza di grande musica che ha trascinato platea e addetti ai lavori.
Alla fine della quattro giorni, stanco ma visibilmente soddisfatto Giuseppe Giordano, direttore artistico del festival: “Una formula che ci ha gratificato molto e che vorremmo ripetere anche il prossimo anno”. Noi, ci contiamo. (donat. perc.)