Dall’Acquario alle Grotte del Bue Marino, passando per il palcoscenico del Teatro Comunale a un bordo in barca. Al Festival di Cala Gonone l’incontro con la musica è mobile: si sceglie la location che più incuriosisce e ci si lascia contagiare dalla febbre del jazz.
Al terzo giorno di cartellone, il piacere del pubblico è un continuo crescendo. Complici non solo le degustazioni dei vellutati vini delle cantine di Dorgali ma, soprattutto, delle scelte artistiche dell’Associazione Intermezzo, da ventisette anni al timone della blasonata manisfestazione.
Giuseppe Giordano, presidente dell’Associazione, difende gli ingredienti di una rassegna entrata sotto pelle al pubblico isolano: “Ognuno scelga l’ambiente più congeniale, per ritmi e ambienti c’è l’imbarazzo della scelta”.
Così sabato mattina, nella “cueva” una volta cara alle scomparse foche monache, le acrobazie percussionistiche del maliano Baba Sissoko hanno strappato lunghi applausi e calorosi bis. Ed è un piacere osservare come il pubblico si prepari al concerto quasi si trattasse di un rito propiziatorio: stuoia o asciugamano da stendere per terra, sediola da campo, cellulare e telecamere d’ordinanza.
A teatro, venerdì 1 agosto, l’atmosfera era più composta e meno rilassata, ma fischi e applausi per l’inatteso trio Stochelo-Battista-Mozdzer, che a sorpresa ha ricalcato il palco, è stata degna di un concerto rock. Un buon segnale in questi tempi grami: sembra proprio che la musica sia ancora in grado di suscitare emozioni.
Donatella Percivale
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