Nurayev, quando la vide ballare sulle note del Don Chisciotte, esclamò: “E’ come lo champagne”. Già. Lo stesso scorrere impetuoso. Lo stesso effervescente effetto. La danza di Sylvie Guillem, paragonata al Dom Perignon, dà una sensazione precisa della potenza evocativa che il suo fisico straordinario produce in scena. Del resto, da ex ginnasta con ambizioni olimpioniche e con quel piede stupefacente, Sylvie ha stordito le platee di tutto il mondo.
Questa sera, sui legni del Lirico di Cagliari, la 50enne parigina si esibirà in una tappa del suo ultimo tour mondiale Life in progress, quattro coreografie compreso un assolo, che segnano l’addio alla sua carriera. “Il mio primo inchino- racconta– 39 anni fa, è stato uno scivolone senza controllo alla Scuola di Balletto dell’Opéra di Parigi (l’inchino era il saluto che i giovani studenti dovevano eseguire in qualsiasi momento davanti agli insegnanti, ndr). Dopo 39 anni di attività, ho deciso di fare il mio ultimo inchino. Ho amato ogni momento di questi 39 anni, e oggi è ancora così. Quindi, perché fermarsi? Molto semplicemente perché voglio chiudere la mia carriera mentre sono ancora felice di fare ciò che faccio con orgoglio e passione”.
Nel 2012, Guillem, pluri-decorata Cavaliere della Legion d’onore, Ufficiale dell’Ordine Nazionale del Merito, Ufficiale delle Arti e delle Lettere e, in Gran Bretagna, Commendatore Onorario dell’Ordine dell’Impero Britannico, è stata insignita del “Leone d’oro” da parte della Biennale di Venezia. Nel mondo della danza, solo i coreografi William Forsythe e Carolyn Carlson hanno ricevuto un tale riconoscimento. (don.perc.)
