Autista di ambulanza picchiato all’alba: si cerca un turista con Mercedes gialla

Un pugno in pieno volto. Fortissimo. Un pugno che ha fatto prima barcollare e poi cadere a terra Pietro Paolo Cossu, l’autista di un’ambulanza in servizio a Porto Cervo. E proprio per prestare soccorso davanti a una discoteca, l’uomo ha dovuto fermare il mezzo in una stretta carreggiata. Ma col traffico rallentato un turista è andato su tutte le furie e ha picchiato Cossu. Adesso in Costa Smeralda è caccia al giovane che era alla guida di una Mercedes Classe A, di colore giallo.

Erano le cinque di stamattina quando è avvenuto il pestaggio. I fatti sono raccontati sulla pagina Facebook della Protezione civile ‘Agosto ottantanove’, l’associazione che svolge il servizio di soccorso ad Abbiadori, una frazione di Arzachena, un minuscolo borgo della Costa Smeralda. L’autista picchiato ha lavorato tutta la notte insieme all’equipaggio Echo15. All’alba una richiesta di intervento è arrivata dalla zona dove si affaccia la discoteca Just Cavalli. L’aiuto è stato richiesto per un ragazzo che si è sentito male ed era finito per terra, sul ciglio della strada. Cossu, quindi, ha fermato l’ambulanza accanto per permettere ai due colleghi a bordo, Gabriele Mura e Samuele Porcu, di intervenire.

In quei minuti, nella strada è passata anche la Mercedes gialla. Nell’auto, raccontano dall’associazione, c’erano alcuni giovani. Quello alla guida è sceso e ha cominciato a protestare per il traffico rallentato. Quindi ha urlato contro l’equipaggio, accusando i soccorritori di rovinargli la vacanza perché nella strada non si poteva transitare. A quel punto l’autista ha chiesto pazienza, ma il turista ha sferrato il pugno che ha colpito Cossu in faccia, fratturandogli il setto nasale.

Dalla Protezione civile scrivono ancora che il giovane sceso dalla Mercedes era visibilmente ubriaco. Un racconto, questo, che è stato fatto anche alle forze dell’ordine. Il turista è poi risalito sulla propria auto e si è dato alla fuga. Cossu invece è stato trasportato all’ospedale di Olbia e trattenuto a lungo per accertamenti. “Come potete vedere dalla foto allegata”, si legge ancora nella pagina della Protezione civile ‘Agosto ottantanove’, ecco “le condizioni in cui un padre di famiglia è rientrato a casa dal servizio. Siamo abbastanza arrabbiati e amareggiti: impegnamo il nostro tempo a fare del bene, a fare del volontariato, ma veniamo ripagati con queste cose. Continueremo a fare il nostro, ma non si può andare avanti così”. (al. car.)

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