Amianto, appello da Bolotana: “Troppi malati, la Regione finanzi gli studi”

Sala affollata questa mattina nella sala del Consiglio comunale di Bolotana per il convegno intitolato “Amianto e dintorni: il caso Ottana e Assemini, quali tutele per la salute e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all’amianto nelle industrie chimiche sarde?”, e promosso dalla Associazione italiana esposti amianto (Aiea) e Medicina democratica.

Una giornata di studio e approfondimento alla quale, oltre a centinaia di lavoratori interessati, hanno partecipato medici ed esperti fra cui Roberto Cherchi, responsabile di Chirurgia toracica dell’ospedale Brotzu e Mario Budroni, già responsabile del registro tumori di Sassari.

“E’ stata l’occasione per chiedere uno studio epidemiologico sulle aree industriale esposte all’amianto in Sardegna – ha detto la presidente di Aiea Sardegna Sabina Contu che insieme ai colleghi di Medicina Democratica ha presentato un esposto alla Procura delle Repubblica -. La Regione è in ritardo di 10 anni su questo argomento che ha portato a tantissimi lavoratori morti. Un decesso per malattie tumorali costa 75mila euro, uno studio epidemiologico da affidare a un ricercatore dell’Università ne costerebbe 25mila all’anno e noi chiediamo uno studio di cinque anni. Vogliamo smuovere le acque affinché a questi lavoratori e ai superstiti venga riconosciuta la malattia professionale”.

Oggi c’è stato un punto di contatto per far fronte comune tra i lavoratori ex Enichem di Ottana e quelli ex Rumianca di Assemini e proseguire la battaglia della verità. “Ad Assemini – ha affermato Marco Serpi, lavoratore ex Rumianca – l’amianto era in tutti i reparti. In America uno stabilimento gemello al nostro era stato smantellato e ai lavoratori erano stati riconosciuti i diritti dei malati da amianto. Da noi lo hanno chiuso in silenzio”.

Significativo l’intervento del dottor Cherchi che ha dato speranze con la diagnosi precoce: “E’ possibile diagnosticare il mesotelioma pleurico, il peggiore tra i tumori da esposizione amianto – ha spiegato – con due anni d’anticipo rispetto ai sintomi e si può fare attraverso un semplice esame del sangue”.

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