Portovesme srl, appello dei vertici: “A 60 anni non si può stare davanti ai forni”

Un appello alle istituzioni, Parlamento e Governo compresi, perché i lavoratori delle fabbriche che “hanno compiuto sessant’anni e hanno 35, 40 anni di contributi possano andare in pensione”. A lanciarlo, il giorno dopo la visita dell’Intergruppo parlamentare a Portovesme è Carlo Lolliri, l’amministratore delegato della Portovesme Srl, azienda controllata dalla Glencore, che nello stabilimento del Sulcis Iglesiente produce piombo e zinco.

“Come ho detto ieri e rimarco oggi – ha spiegato Lolliri all’Ansa – si deve trovare una soluzione al problema che riguarda aziende impegnate nella metallurgia e in quella non ferrosa come la nostra. Lavoratori che hanno 58-60 anni di età e 38-40 anni di contributi oggi non possono accedere alla pensione e, invece, devono aspettare altri 5 o 7 anni. Non è accettabile”.

Per il manager dell’azienda che nel Sulcis garantisce oltre mille buste paga “i deputati, senatori e governo dovrebbero trovare una soluzione perché un lavoratore di 60 anni non può stare ancora davanti ai forni”. Senza trascurare il ricambio generazionale.

“Dando la possibilità a 100 lavoratori di andare in pensione – aggiunge – si permette a un’azienda di far entrare a lavoro almeno 50 giovani”. Il manager, ricordando che la società metallurgica del Sulcis “dal 1999 al 2014 ha versato allo Stato 105 milioni di tributi”, rimarca la necessità di trovare una soluzione anche alla questione energetica: “In 15 anni, dal ’99 al 2014 la Portovesme Srl ha fatto investimenti per 252 milioni di euro, 60 dedicati a ambiente e sicurezza, fatto 60 assunzioni ma ancora non ha avuto risposte per quanto riguarda la questione energetica dato che la cosiddetta super interrompibilità scade il 31 dicembre 2015. E un’azienda come la nostra non può fare programmazione annuale ma almeno quinquennale”.

Quanto alla trattativa per l’acquisizione dello stabilimento Alcoa non si è sbilanciato: “Le vie del signore sono infinite”, ha risposto. (ANSA).

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