“Adiosu Nanni”, a Belvì e Cagliari uno spettacolo su Peppino Mereu

Un reading tra parole e musica dedicato a Peppino Mereu, poeta di Tonara, è in programma sabato 25 marzo a Belvì (con replica due settimane dopo, il 7 aprile, a Cagliari): “Adiosu Nanni”, spettacolo che trae ispirazione dall’ultima delle 33 strofe di ‘A Nanni Sulis’, probabilmente la più popolare delle poesie sarde, è stato scritto da Maurizio Pretta che ha curato anche ricerca storica e musicale. Con lui in scena l’attore Carlo Antonio Angioni che darà voce al racconto, sviluppato attorno ai testi delle poesie e inquadrato nella storia e nel contesto sociale e culturale della Sardegna di fine Ottocento.

Il componimento ‘A Nanni Sulis’, scritto fra il 1893 e il ’94 da un giovane tonarese, Peppino Mereu, (1872 – 1901) allora Carabiniere Reale di stanza a Bonorva e ancora sconosciuto alla repubblica letteraria sarda ma ‘non alle muse‘, (così ne parlava un suo contemporaneo) è dedicata e un suo amico d’infanzia, Giovanni Sulis, allora studente di Medicina e Chirurgia a Cagliari e attorno al quale ruota l’intera narrazione. Primo di una serie di quattro testi in rima indirizzati al medesimo destinatario, ‘A Nanni Sulis’ è certamente la più fortunata. Conosciuta ai più col titolo di ‘Nanneddu Meu’, sopratutto da quando il Gruppo Rubanu di Orgosolo prima e Tonino Puddu poi la resero canzone e la tramandarono a una serie pressoché infinita di artisti sardi e non solo, ebbe una crescente diffusione e nel corso degli anni tantissimi musicisti ne hanno eseguito le più svariate versioni: dai Cordas e Cannas a Elena Ledda, dai Kenze Neke ai Tazenda, passando per decine di corali polifoniche, tenores, cuncordos e altre tipologie di artisti.
Attraverso le parole e le testimonianze di Giovanni Sulis, non soltanto fraterno amico del poeta, ma anche curatore del suo primo libro di di versi, intitolato semplicemente ‘Poesias’ e dato alle stampe dalla Tipografia Valdes di Cagliari nel 1899, viene illustrato uno spaccato di Tonara e dell’isola intera che fa i conti con un lungo periodo di carestia e miseria nel quale la gente affamata chiedeva pane a gran voce: ‘gridende forte cherimus pane’, si legge. Il reading è un viaggio dentro le parole del Mereu dove si alternano ironia, sarcasmo, denuncia sociale, amaro disincanto e malinconica rassegnazione: poesie che sono diventate canzoni di popolo, di lotta e di protesta sociale ma anche, grazie a una capillare e duratura diffusione, fenomeno artistico di massa. Mereu, deluso dalla vita e cagionevole di salute morirà pochissimi anni dopo aver scritto la sua poesia più celebre.

L’appuntamento per la prima è sabato 25 per la rassegna Libros In Buttega al Cafè Edera di Belvì alle 21, la replica sarà nel pub Le Streghe di Via Piccioni a Cagliari il 7 Aprile.

 

 

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