antonello gaviano

L’ingegnere che insegna alle macchine l’alfabeto universale

Barthstraße 16, Monaco di Baviera. È l’indirizzo dell’Embedded Systems Test Laboratory della TÜV SÜD dove, ogni giorno, un gruppo di ingegneri lavora al futuro dell’energia: le Smart Grids o reti intelligenti. Tra loro c’è un sardo doc, Antonello Gaviano. Trentacinque anni, nuorese del rione Monte Gurtei, liceo in città e laurea in Ingegneria Ambientale conseguita nel 2002 a Cagliari col massimo dei voti, Gaviano è per sua stessa definizione «un docente di esperanto per macchine». Detto altrimenti, verifica che i vari apparati elettrici dialoghino con un alfabeto comune, creato a tavolino.

«Oggi – spiega l’ingegnere nuorese – il sistema elettrico può essere rappresentato come un albero: le radici sono gli impianti di produzione, il tronco è la rete di trasmissione, mentre le foglie sono le utenze come, ad esempio, le lampadine di casa. In futuro tutto sarà basato su smart grids o reti intelligenti; si tratta della frontiera nella produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Con questo approccio, se installo un pannello fotovoltaico sul tetto di casa non sono più un semplice utente passivo ma divento io stesso produttore. Il sistema così deve essere in grado di ricevere un flusso bidirezionale di energia cui se ne aggiunge uno relativo ai dati. Questi ultimi descrivono in tempo reale le condizioni dell’impianto: dai parametri sulla risorsa generata e utilizzata a quelli relativi alla protezione e al controllo dei dispositivi, passando per le coordinate concernenti la qualità della stessa immessa in rete».

Sin qui il capitolo lavoro. Ma la storia personale di Antonello Gaviano è quella comune a molti giovani sardi e si può riassumere in tre parole: emigrazione di successo. L’occasione arriva nel 2010, grazie a un programma di formazione all’estero finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Sardegna. «Ho inviato vari curricula in giro per l‘Europa- prosegue Gaviano – e sono stato contattato dalla TÜV per uno stage; mi sono trasferito in Germania sia perché nell’isola le possibilità di lavoro erano scarse, sia perché avevo voglia di misurarmi con un ambiente più stimolante e all’avanguardia. In Sardegna ma, più in generale in Italia, le opportunità scarseggiano considerato che investiamo poco in ricerca. Con la crisi il problema si è aggravato».

Dopo il tirocinio retribuito, in Italia è una notizia, c’è stata l’assunzione a tempo indeterminato, altra rarità alle nostre latitudini: «Sono a Monaco da due anni e mezzo e mi trovo benissimo. In laboratorio verifico giornalmente e con i massimi esperti del settore le tecnologie più innovative. I test che conduciamo sono possibili a livello mondiale solo in altre due strutture indipendenti». Le lingue ufficiali sono due: inglese e tedesco.

Un ambiente che consente la crescita professionale e culturale: « Ho viaggiato spesso in Germania e all´estero per tenere conferenze o per pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Una delle esperienze più stimolanti – racconta ancora Gaviano – l’ho vissuta a Singapore, nell´ambito della Photovoltaic Asia-Pacific Conference 2011; sono stato in Asia per una settimana a contatto coi giganti mondiali del fotovoltaico. Abbiamo discusso lo stato dell’arte della ricerca sulle nuove celle e sulle più recenti innovazioni tecnologiche. In quell´occasione ho svolto un intervento sull´integrazione di questa tecnologia nella Smart Grid, poi pubblicato su Energy Procedia».

Fotografia, escursioni in bicicletta e astronomiasono le passioni da coltivare nel poco tempo libero a disposizione. La giornata in laboratorio è lunga: almeno otto ore; spesso però si rimane sino a notte fonda per i test. Nonostante tutto la vita sociale è ugualmente ricca con amicizie nuove e cosmopolite: «Frequento ragazzi e ragazze provenienti da varie parti del mondo: dalla Cina alla Bulgaria; confrontiamo i nostri usi, la nostra storia e le nostre tradizioni. Alla fine scopriamo che, in fondo, le cose che uniscono sono più di quelle che dividono».

Un’immersione nella cultura europea e mondiale, senza dimenticare l’isola:«Sarebbe impossibile. Noi sardi – puntualizza l’ingegnere nuorese – abbiamo sempre nostalgia della nostra terra. Qui abbiamo anche un punto di ritrovo nel circolo “Il Gennargentu”. Personalmente mi mancano la famiglia, gli amici, i luoghi dell’infanzia, l’ambiente incontaminato e anche la socialità» . Il legame con la Sardegna è sempre forte ed è alimentato costantemente: «Leggo ogni giorno i siti dei quotidiani italiani e regionali e attingo notizie dai miei familiari. Soffro sapendo della fame di lavoro che c’è da noi. Le informazioni le ho anche in città dove ci sono moltissimi corregionali che hanno trovato opportunità nell’industria automobilistica e nella ristorazione. Tuttavia i sardi che oggi arrivano a Monaco finiscono spesso nelle università come ricercatori dopo essersi formati in Italia. Sono attratti dalla possibilità di stare in una realtà che valorizza capacità e meriti».

Insomma, accanto a pizzaioli e gelatai che hanno fatto spesso fortuna, ci sono professionisti iper specializzati che si stanno imponendo nei centri di ricerca di atenei e aziende. Una storia di integrazione perfettamente riuscita ma che, nel caso di Antonello Gaviano, non significa viaggio di sola andata: «Sono felice della scelta fatta perché nell’isola non avrei mai avuto queste possibilità. Resterò in Germania ancora a lungo. Il mio, comunque, non è un addio ma un arrivederci».

Giovanni Runchina

 

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