L’esploratore della luce: Ivan Pedretti da Capo Spartivento al Madagascar

Davanti allo spettacolo di un’aurora boreale si emoziona come un bambino. Uno spettacolo unico, un cielo pennellato di verde che illumina il buio, una visione mozzafiato che, per un attimo, lo lascia incantato davanti alla magia. Poi lo scatto, ripetuto e incalzante, della sua Sony che cerca di rubare al cielo quella prorompente bellezza. E poi siti archeologici, vecchi fari costieri e spiagge addormentate sotto la luna. Solitudini impreziosite ed esaltate da giochi di stelle e astri viandanti. Affascinato e stregato dalla natura vestita di luce notturna e dal silenzio.
Lui è Ivan Pedretti, classe 1971, un esploratore della luce. Fotografo sardo autodidatta, appassionato di fotografia naturalistica, che regala con i suoi scatti paesaggi quasi irreali che l’occhio umano spesso “guarda” distratto.
Va in giro per la sua Sardegna, in cerca di luoghi non ancora raccontati ma ricchi di poesia e magia. Uno stile personale il suo. Predilige la notte, i luoghi solitari, dove solo la natura si offre al suo obiettivo, per mostrare tutta la sua maestosità.
Nel 2014, partecipando quasi per gioco, vince il prestigioso Sony World Photography Awards con la foto “Starry lighthouse” (sotto), l’arco della Via Lattea sopra il faro di Capo Spartivento, nel sud Sardegna, esposta poi alla Somerset House di Londra.

Si inizia a fare sul serio e il 2014 lo vede ancora vincente in diversi concorsi: primo posto al premio Panobook 2014 e ancora primo nella categoria panoramiche al Moscow International Foto Awards 2014. Sempre nello stesso anno, arriva il riconoscimento come Viewbug image of the year 2014, con la foto “Milky way castle” nel noto sito di condivisione Viewbug.com.
Anche il Times di Londra si accorge di lui pubblicando una sua foto, e nella galleria interna degli Smarthphone Sony Z3 una sua fotografia può essere scelta come sfondo. Una passione che diventa un lavoro, unendo avventura e professionalità sempre maggiore.
Immortalare la notte, alquanto difficile in condizioni di totale mancanza di luce, viene risolta “brillantemente” dalla sua Sony utilizzando l’a7 e l’a7II di Sony, entrambe perfette per lavorare in condizioni di scarsa illuminazione, grazie alla gamma ISO estremamente elevata e l’utilizzo di obiettivi grandangolari per conferire agli scatti la visione panoramica. E poi pazienza, professionalità e fortuna.
Le sue opere, pubblicate nei più prestigiosi siti e riviste di fotografia, come Landscape Photography Magazine, Tutto Digitale, Fstoppers, FineArtAmerica.com, Sony Italia, National Geographic, lo fanno conoscere a livello internazionale.
Da allora viaggi e avventure per il mondo, all’interno di luoghi incontaminati della sua Sardegna, tra le lande fredde d’Islanda, sulle cime più alte delle Alpi italiane, nei vicoli di Gerusalemme fino alla maestosità dei baobab del Madagascar.
Nel 2016 la sua fotografia “Galaxy Dolomites” si classifica al 3° posto del Siena International Photography Awards nella sezione “Natura”, aggiungendo ancora prestigio ad una galoppante carriera che condivide con le sue immagini sul sito thewildlifemoments.com.
Inoltre, Ivan Pedretti, dispensa consigli su come effettuare fotografie d’effetto come le sue, in diverse testate giornalistiche come Panorama e Il Corriere. Organizza a Cagliari diversi workshop fotografici che prevedono visite nei suggestivi paesaggi delle coste della Sardegna.
Oggi lo si può considerare uno dei fotografi più premiati a livello mondiale. Questa inaspettata, quanto meritata, popolarità, non ha intaccato la sua emozione dietro l’obiettivo, che lo lascia spesso senza parole, riuscendo a trasferire sulle fotografie la sensazione di sentirsi piccoli e vulnerabili, sotto cieli stellati e natura che abbraccia e conforta. Emozione che si vede e si sente osservando le sue foto che catturano trasportando chi le guarda all’interno di quei paesaggi silenziosi e vivi. Il suo motto: “Provare e riprovare. Spesso a volte si ottiene più di quanto immaginato”. Questo è il bello della fotografia e, forse, anche della vita. E allora Ivan, continua a provare e a riprovare.

Daniela Puddu

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