Un altro anno di Cappellacci, la prova matematica

Attendendo il risultato delle elezioni, un ragionamento semplice semplice su quello che accadrà in Sardegna nei prossimi mesi. Niente, con tutta probabilità.

C’è infatti, una formula matematica, precisamente  un’equazione a sostegno della sopravvivenza del governo sardo per un altro anno ancora, qualunque sia il risultato delle elezioni politiche. No, non è uno scherzo, né un paradosso. E’ davvero un’equazione (che in una prima stesura avevo formulato in modo artigianale e che ora ripropongo secondo i canoni grazie a un messaggio di Pietro Zanarini). Questa: (80-20)/2–(80-8)=-42. Il risultato, come si vede è un numero negativo, -42.

Spieghiamo la formula. Ottanta è il numero attuale dei consiglieri regionali. Il ‘meno 20’ corrisponde al taglio determinato dalla riforma dello Statuto. Il ‘diviso due’ corrisponde all’effetto che dovrebbe essere prodotto dalla riforma della legge elettorale con l’introduzione della parità di genere. In sostanza, nel prossimo consiglio regionale, su 60 consiglieri, 30 dovranno essere donne. Quindi ci sarà posto solo per 30 consiglieri di sesso maschile.

Ed ecco la seconda parte della formula dove ritroviamo il numero attuale dei consiglieri regionali (80, come si è detto) e il numero degli attuali consiglieri regionali di sesso femminile (sono otto, e precisamente Francesca Barracciu, Simona De Francisci, Rosanna Floris, Gabriella Greco, Claudia Lombardo, Michelina Lunesu, Alessandra Zedda e Claudia Zuncheddu). Sottraendo questo numero a quello del totale di consiglieri in carica ricaviamo che i consiglieri regionali maschi sono attualmente 72 e che solo per 30 di loro c’è un posto nel prossimo consiglio regionale. in definitiva 42 (la maggioranza assoluta) dovranno andarsene.

Andarsene significa perdere l’indennità e tutti gli altri benefit che si possono stimare in una cifra mensile di circa 15mila euro. Sciogliere il consiglio regionale prima dell’estate, per esempio a maggio, cioè con nove-dieci mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale, significa, per ogni escluso, perdere oltre centomila euro.

Si dirà che questo è un calcolo da bottegai, che non è certamente l’indennità la principale motivazione che ispira i rappresentanti del popolo sardo, etc. etc.. Può essere. Lo vedremo dai fatti, dopo le Politiche.

Di certo gli argomenti a sostegno del proseguimento della legislatura saranno altri e saranno anche ‘alti’: fini strategie politiche, richiami all’emergenza etc etc. Ma sarà importante aver presente questa formula matematica. Perché, probabilmente, per cacciare via la giunta e il consiglio in carica sarà necessario qualcosa di molto simile a quanto è stato fatto in Tunisia e in Egitto nei giorni della primavera araba. L’opposizione dovrebbe decidere rapidamente se stare dentro o fuori dal Palazzo. La maggioranza, allo stesso modo, dovrebbe stabilire se barricarsi o se assecondare le richieste di un ricambio. Staremo a vedere.

G.M.B.

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