Se la politica dei commercialisti censura gli accademici

Colpisce che l’onorevole Georgia Meloni, attualmente una delle personalità di spicco della destra italiana, scopra con scandalo che il sito dell’Università di Cagliari, uso da sempre a riportare iniziative e notizie che in qualche modo riguardano docenti dell’Ateneo, abbia osato pubblicare una rassegna stampa relativa al fatto che uno dei prorettori, Francesco Pigliaru, sia diventato il candidato del Pd alla presidenza della Regione.

Colpisce di meno che alla sua protesta si sia unito Salvatore Deidda, il portavoce di Forza Italia per la Sardegna. Il quale, lo comprendiamo benissimo, preferirebbe che la campagna elettorale del candidato del suo partito, Ugo Cappellacci, non fosse disturbata da iniziative non gradite, come la rassegna stampa apparsa nel portale dell’Ateneo cagliaritano. Preferirebbe, insomma, che Cappellacci non venisse minimamente disturbato nella sua campagna elettorale, caratterizzata sino ad ora dal fatto di essere molto poco a sue spese e molto a spese nostre, vista la disinvoltura con cui manovra pro domo sua varie istituzioni regionali.

Comprensibile questa richiesta di non disturbare il manovratore da parte dei suoi sostenitori anche perché, questa volta, verrà forse mancare a Cappellacci l’affettuosa pacca sulle spalle con cui Berlusconi, intimandogli per altro di stare zitto, garantì per lui di fronte all’elettorato sardo nella precedente campagna elettorale.

La censura del duo Meloni-Deidda non si limita a colpire l’Ateneo cagliaritano, ma coinvolge anche quello sassarese, in particolare il rettore Attilio Mastino, colpevole di avere una sua qualche idea su come dovrebbero andare le cose nella sua terra e che questa sua idea ha avuto l’ardire di esprimere pubblicamente dicendo che alle prossime elezioni regionali voterà per Francesco Pigliaru.

Beato il Paese, sembrano dire in coro gli esponenti sardi di Forza Italia (più Georgia Meloni, erede di una cultura politica notoriamente ispirata al principio di neutralità delle istituzioni statali) in cui barbosi professori universitari non si impicciano di politica ma la lasciano fare, la politica, a disinvolti commercialisti.

Quanto a me,  uno dei tanti docenti dell’ateneo di Cagliari, di certo non sono nei pensieri di Meloni-Deidda, che dunque non mi hanno visto andare in giro a dire che voterò Francesco Pigliaru. Nel caso se ne accorgessero, ho un argomento a mio favore: quest’anno sono in anno sabbatico. E, almeno durante le vacanze, la libertà di manifestazione del pensiero dovrebbe essere garantita.

Luciano Marrocu

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