Nel Pdl e nel centrosinistra grandi manovre interne contro Cappellacci e Soru

Sembra una versione locale (sarda) del  rigetto nazionale delle leadership troppo forti. Fatto sta che  il centrodestra e il centrosinistra isolani sono contemporaneamente impegnati in una serie di azioni finalizzate a frenare le ambizioni dei governatori, e degli ex governatori. Gli avversari del 2009 – il vincitore Ugo Cappellacci e lo sconfitto Renato Soru – si trovano ad affrontare nemici interni decisi a mettere in campo nuove armi, potenzialmente letali, per frenarne le loro ambizioni. Per Cappellacci un emendamento alla legge elettorale approvato a tarda notte. Per Renato Soru il regolamento delle primarie del centrosinistra.

L’emendamento anti-Cappellacci risente in qualche modo della memoria di Soru. In particolare delle dimissioni dalla carica di governatore che il patron di Tiscali rassegnò con qualche mese di anticipo. L’idea – poi frustrata dall’arrivo in Sardegna di Silvio Berlusconi a sostegno del “candidato inventato”, l’allora semisconosciuto Cappellacci, appunto – era quella di cogliere impreparato il fronte avversario, sorprenderlo, per ottenere una riconferma.

Bene, da alcuni mesi nel mondo politico sardo circola il sospetto che Cappellacci abbia in mente qualcosa di simile. E’ stato anche indicato il momento: la fine di settembre o l’inizio di ottobre, poco dopo la visita di Papa Francesco in Sardegna. Secondo queste ipotesi Cappellacci, incassata la ‘visibilità’ che l’incontro col pontefice inevitabilmente gli darà, lascerebbe clamorosamente la carica in polemica col governo centrale. Per poi marciare verso le Regionali indossando i panni – che già in più occasioni ha già “misurato” – di un nuovo Masaniello sardo.

L’emendamento proposto da uno dei suoi più accaniti avversari interni – l’ex capogruppo del Pdl Mario Diana – e approvato nella notte dal Consiglio, blocca il progetto, se veramente un progetto del genere esisteva. Infatti vieta la ricandidatura immediata del governatore dimissionario.

Quanto a Renato Soru l'”arma letale” si chiama “codice etico”. Ha cominciato a parlarne il segretario di uno dei partiti minori dell’alleanza di centrosinistra, Enrico Piras, leader dell’Unione di centro. Ma l’idea non dispiace a una parte del Pd. Che si è allarmata fortemente quando circa un mese fa, a conclusione di una direzione regionale del partito, Soru ha annunciato che non considera un ostacolo alla candidatura alle primarie il processo per evasione fiscale fissato per il maggio del 2014 (cioè uno o due mesi dopo le Regionali). Ed ecco l’idea di un “codice etico” che vieti la candidatura ai rinviati a giudizio.

Tra l’altro una norma interna di questo genere, toglierebbe dal gioco un altro candidato potenziale , il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau. Fantapolitica? la settimana prossima, quando il regolamento delle primarie sarà approvato, lo si capirà.

 

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