L’assessore al Lavoro

Della Sardegna stremata dalla crisi si può dire tutto ma non che non sappia più a che Santo votarsi. Almeno questo la Sardegna lo sa: è Sant’Efisio.

Come sempre decine di migliaia di persone sono arrivate a Cagliari  per festeggiarlo, accompagnarlo e rivolgergli preghiere o ringraziamenti. Quest’anno c’è da credere che  i ringraziamenti saranno pochi – è il quinto Sant’Efisio consecutivo in tempo di crisi – e molte di più e più forti saranno le preghiere.

Visto che oscura la festa del lavoro (lavoro che a sua volta è oscurato da tutto il resto: dalle Borse, dai bond, dallo spread, dal patto di stabilità, dal pareggio di bilancio), a Sant’ Efisio viene chiesto di farsene carico, di questo lavoro che manca e di quello che c’è ma lascia poveri o insicuri. D’altra parte, nessun altro se ne sta occupando. Meno che  mai il governo regionale, con i suoi assessori intercambiabili e mai all’altezza dei problemi, e un presidente che appare solo preoccupato di restare dov’è per altri cinque  anni.

Questo sarà l’anno dei miracoli, per Sant’ Efisio, quei miracoli che si implorano quando sembra che non ci sia più niente da fare. Solo un miracolo potrebbe salvare la Carbosulcis, sempre sull’orlo del precipizio con i suoi minatori, anche grazie alla robusta imperizia dei dirigenti della società e della classe politica, sindacale e imprenditoriale. Solo un miracolo, o qualcosa di simile, può risolvere il caso Alcoa, con i dipendenti ancora lì ad aspettare e un territorio che attende le bonifiche, ma anche gli sviluppi del caso Eurallumina meriterebbero uno sguardo da parte di Sant’ Efisio. Per non parlare della mitica Sardegna centrale, dove le pecore diventano nere anche se non si produce quasi più niente. E poi un miracolo per fare crescere tutti i cardi che servono alla chimica verde di Porto Torres, e un miracolo più grande per convincerci che sarà proprio verde.

Dopo che Thomas Herndon, studente di 28 anni dell’Università di Amherst (Massachusetts), ha confutato le teorie economiche su rigore e crescita che sono state alla base delle politiche di austerità in Europa (a cui dobbiamo i tagli pesantissimi alla spesa pubblica e la perdita di occupazione e di reddito), abbiamo speranza che un piccolo miracolo di Sant’ Efisio faccia crollare per sempre il principio secondo cui “Se riparte l’edilizia riparte l’economia”. Rigorosamente in questo ordine (tutto parte dall’edilizia), è ormai un dogma da libro di Murphy, equivale infatti alla prima legge aurea di Murphy (che non è ottimista): “Se una cosa può andar male, lo farà”. Ma i Cavalieri del Sacro Ordine Cementizio sono agguerriti e mai in disarmo: Sant’ Efisio, tu che sei stato un soldato, sguaina la spada e sterminali, prima che devastino ancora la Sardegna.

Come ha documentato di recente Sardinia Post, ci sono autorizzazioni per 25 piani di lottizzazione nel Comune di Castiadas, e con l’arrivo della primavera è tutto un fiorire di progetti per il turismo, perché si sa, qui si chiamano così le lottizzazioni e gli interventi a base di cemento; così come pulire uno spazio, una porzione di territorio, spesso significa sradicare alberi, cespugli, fiori e trasformare uno spazio incolto in una splendida landa desolata. Poi, con un po’ di cemento sopra, diventa pulito per sempre.

Eppure l’edilizia servirebbe moltissimo, per recuperare i centri storici dei nostri paesi ma anche per rendere esteticamente accettabili i profili architettonici delle loro case. Solo un miracolo di Sant’ Efisio potrebbe restituire molto lavoro all’edilizia per migliorare i paesi della Sardegna invece che per scempiarli o lasciarli così, brutti e grigi, rubando altro territorio per edificare case enormi dalle forme più assurde. Sant’ Efisio dovrebbe dedicare la sua miracolosa cura ai geometri della Sardegna, per redimerli, e se proprio non vogliono cedere renderli inoffensivi per qualche tempo.

Non la prenderà bene, Sant’ Efisio, l’ennesima festa a Nora con l’edificio accanto alla chiesetta in stato di totale abbandono, i vetri rotti, i muri cadenti, gli infissi a brandelli. Dicono che appartenga alla Confraternita di Cagliari e che questo sia il motivo della condizione di vergognoso degrado dell’edificio, di cui turisti e cittadini ammirano lo scempio dalla bellissima spiaggia. L’edilizia, quando serve, non c’è, mentre a Pula i cantieri in cui si costruiscono interi piccoli nuovi quartieri non smettono mai di lavorare. E’il principio del “nuovo edificato”, che rende di più e ha sempre la priorità, con la benedizione del popolo. Solo un miracolo di Sant’ Efisio potrebbe cambiare mentalità e orizzonti.

Alle donne della Sardegna Sant’ Efisio deve un piccolo favore, in cambio dell’enorme lavoro gratuito che svolgono nelle famiglie e che regge le comunità: la possibilità di rappresentare altre donne e lo sguardo delle donne nelle istituzioni, attraverso una nuova legge elettorale che introduca almeno la doppia preferenza di genere. A questo punto ci vuole un miracolo, non ci resta che Sant’ Efisio.

In questi quattro giorni di festa si leveranno molte preghiere, e chissà che votarsi a un santo non sia meglio che votare un partito.

Lilli Pruna

 

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