In Sardegna non c’è la mafia perché… non è necessaria

Proviamo a ragionare sul malcostume politico da un diverso punto di vista. L’occasione ci è offerta dall’ultima incredibile iniziativa del governatore Ugo Cappellacci che ha nominato direttore generale di Laore, l’agenzia per la promozione dell’agricoltura, un signore di 71 anni che in passato era stato condannato dalla Corte dei conti per danno erariale alla Regione.

Ma è questa la notizia? E’ cioè un fatto nuovo? Basta fare un po’ di memoria per dare una risposta negativa. La nomina arbitraria è un fatto ordinario nella Regione sarda. Nel maggio scorso Cappellacci arrivò a nominare alla guida della Carbosulcis un neolaureato privo di qualunque competenza specifica che faceva l’insegnante nell’istituto del quale il padre era il preside. L’incompetenza e il clientelismo sono la regola. Sardegna Ricerche, in passato guidata dal premio Nobel Carlo Rubbia, ha oggi come presidente Ketty Corona “infaticabile imprenditrice immobiliare e curatrice di una collana di libri di cucina”, come ha scritto di recente Mariano Maugeri sul “Sole 24 ore”.

Circola una battuta molto sgradevole per tutti noi: “In Sardegna non c’è la mafia… perché non ce n’è alcun bisogno”. Un modo un po’ brutale per descrivere un luogo nel quale il clientelismo, il favore, lo spreco del denaro pubblico (basta dare un’occhiata ai nostri servizi sulle spese pazze della provincia di Cagliari) sono considerati ‘normali’. Per questo l’ultima decisione di Cappellacci è una notizia quanto sarebbe stata nell’antica Roma la decisione dell’imperatore Caligola di nominare senatore un cammello dopo il cavallo.

La notizia non è il fatto specifico che, con poche varianti, si ripete regolarmente. Prima un cavallo, poi un cammello, poi un asino o un bue. La notizia è che tutto questo avvenga in un clima di assuefatta indifferenza. Senza alcuna visibile reazione della società civile, nel silenzio pressoché totale degli organi d’informazione e tra i balbettii incerti e quasi sempre tardivi dell’opposizione. La notizia è il sistema corrotto.

Corrotto e assuefatto al malcostume e alla corruzione. Rassegnato. La notizia è che un governatore indagato, che guida una giunta con almeno due assessori indagati a loro volta, possa – a due settimane dalle elezioni Politiche – decidere una nomina scandalosa. Spensieratamente, spudoratamente. Forte della certezza che la società civile è ormai abituata a tutto. Non reagisce più. Come un malato terminale a cui venga diagnosticata una carie dentaria. (G.M.B.)

 

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