Il viaggio segreto in Argentina: dall’arroganza all’ottusità

Finalmente, a quattro giorni dalla partenza, la Regione ha spiegato perché Il governatore Ugo Cappellacci, l’assessore al Lavoro Mariano Contu e tre accompagnatori sono andati in missione speciale prima in Brasile e poi in Argentina, naturalmente con soldi pubblici. Cappellacci, a quanto pare d’accordo con l’arcivescovo di Cagliari, per consegnare un simulacro della Madonna di Bonaria (e anche per incontrare gli studenti di teologia di Buenos Aires che non aspettavano altro da anni) e Contu per far visita ad alcuni circoli degli emigrati.

Si potrebbe a lungo ragionare sul perché un rappresentante delle istituzioni compia una missione religiosa, e anche sul perché non si sia fatto pagare il viaggio della Conferenza episcopale italiana anziché da noi. Ma in fondo ci troveremmo a pestare l’acqua nel mortaio dell’eterna questione dei rapporti tra Stato e Chiesa e della pessima abitudine dei politici di rinnovare ogni volta che possono il mercato delle indulgenze, usando il denaro pubblico per acquisire benemerenze nella speranza di averne una contropartita elettorale. Una vecchissima storia.

La novità non è nemmeno  la faccia tosta unita a una totale inconsapevolezza della fase in cui viviamo e dell’esasperazione dei cittadini. Ma lo sanno Cappellacci e Contu quanto è costato il loro inutile viaggio? E si sono posti questo problema prima di decidere di compierlo? Certamente no. Perché quei ventimila euro che presumibilmente hanno buttato al vento per il volo, gli alberghi, i pranzi, le cene, dal loro punto di vista sono un’inezia. Spiccioli. In effetti hanno buttato via inutilmente ben altre somme.

La vera  novità è l’ottusità comunicativa. Uno dei frutti marci del totale distacco dalla realtà della nostra classe politica. Del viaggio non è stata data alcuna notizia finchè Sardinia Post non ne ha parlato. Dopo ventiquattr’ore, ecco lo sciatto comunicato ufficiale. Una procedura che pare fatta apposta per infastidire i cittadini e confermare che la mancanza di trasparenza è una prassi così consolidata da essere applicata anche quando non ce n’è alcuna necessità

Cappellaci, Contu e compagnia hanno perso un’ottima occasione per fare bella figura. Con metà dei soldi buttati al vento avrebbero potuto bandire, con la collaborazione dei circoli degli emigrati in Argentina, un premio in denaro per la realizzazione di una statua che riprendesse o evocasse quella di Bonaria e avrebbero potuto acquistare, per i circoli inutilmente visitati da Contu, dei pc con videcamera avviando la dotazione di questa tecnologia semplice ed economica in tutti i circoli sardi, in modo da metterli in contatto tra loro.

Un’idea come tante. Ce ne possono essere di molto migliori e anche di più economiche. Ma per farsele venire bisogna conoscere il valore del denaro e la fatica del lavoro. E avere rispetto per la sofferenza economica dei cittadini. Bisogna essere dei politici veri, non dei gestori pigri e arroganti della cosa pubblica.

G.M.B.

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