“Detto e fatto”: candidato e condannato. Quando commentare è superfluo

Dunque le vicende della Sardegna (del suo governo, del suo futuro) saranno definite entro il 12 gennaio. Entro quel giorno, infatti, gli aspiranti governatori dovranno presentare la loro candidatura. E’ quanto si ricava mettendo assieme la data appena indicata dal governatore in carica per il voto – il 16 febbraio – e le regole elettorali. Un calcolo che abbiamo fatto velocemente, con l’aiuto di alcuni addetti ai lavori, ma che dovrebbe essere preciso. Se non lo fosse, la variazione sarebbe comunque di pochi giorni. La sostanza non cambierebbe.

La “sostanza” – che ricaviamo dall’incrocio della cronaca politica con quella giudiziaria – dice che il 13 gennaio la magistratura pronuncerà la sentenza nel processo che vede il governatore Cappellacci accusato di bancarotta. Se sarà accolta la richiesta del pubblico ministero, avremo un caso probabilmente unico nel panorama politico nazionale. Quello di un governatore candidato e condannato. Una cosa che ricorda, in modo sinistro, quel “detto fatto” col quale lo stesso Cappellacci ha inaugurato (al solito con i nostri soldi) la sua campagna elettorale.

Questo che state leggendo è un articolo collocato in uno spazio di solito riservato ai commenti. Ma oggi si fa eccezione. Lo dedichiamo esclusivamente a riportare la notizia che avete appena letto. Ogni commento, evidentemente, è superfluo.

 

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