Cappellacci ha già perso le elezioni. Ma potrebbe vincerle

Ugo Cappellacci ha già perso, ma potrebbe ancora vincere. E’ il paradosso delle prossime elezioni regionali. Il paradosso della situazione politica sarda e di una legge elettorale sgangherata. Che potrebbe “regalare” alla Sardegna qualche anno di ingovernabilità prima di un ritorno anticipato alle urne.

Il sondaggio Data Media per l’Unione sarda dice che una fascia di ‘elettorato abbondantemente a superiore al 50 per cento voterà per il centrosinistra di Francesco Pigliaru o per “Sardegna Possibile” di Michela Murgia. Si ottiene questo risultato sottraendo a ciascuno dei due candidati dell’attuale opposizione il tre per cento, che è il margine massimo di errore. Se invece questo tre per cento lo si aggiunge (l’errore, infatti, può essere per eccesso o per difetto) l’opposizione a Ugo Cappellacci sfiora il 60 per cento.

Il presidente uscente (e la sua coalizione) hanno oggi – nell’ipotesi più ottimistica per loro – il 41 per cento dei voti, in quella più pessimistica il 35 per cento. E tutto fa pensare che i margini di recupero nell’elettorato indeciso siano inferiori a quelli dei competitor.
Infatti questa vasta area dell’indecisione è attribuibile per una parte rilevante, oltre che alla generale sfiducia verso la politica, all’assenza dalla competizione elettorale sarda del Movimento 5 Stelle (che alle precedenti Politiche raccolse 274mila voti e quasi il 30 per cento dei consensi). Un elettorato, dunque, difficilmente “contendibile” da chi ha governato per cinque anni adottando metodi di gestione del potere molto distanti da quella trasparenza pretesa dall’elettorato grillino.

A giudicare dalle sue ultime mosse, il governatore uscente ne è consapevole. Ha infatti alzato i toni (ultimamente in modo particolare nei confronti della Murgia) e ha accelerato – fino al punto di creare problemi all’interno della sua coalizione – la deriva populista e para-indipendentista avviata nella fase terminale della legislatura. L’impressione è che consideri sostanzialmente esaurita la possibilità di rosicchiare ulteriori consensi attraverso l’apparato clientelare sapientemente costruito  da lui direttamente e dai suoi assessori.  E che stia cercando di intercettare una parte dell’elettorato incerto trasferendo allo “Stato patrigno” l’intera responsabilità della catastrofica situazione economico-sociale dell’Isola. Sostenuto in questo dal sistema dell’informazione che ha abbondantemente foraggiato in questi anni.

Cappellacci si muove, infatti, su due fronti difficilmente conciliabili. E solo un sistema dell’informazione “amico” gli può consentire di farlo impunemente e in modo apparentemente credibile. Uno è il consolidamento del suo sistema di potere, l’altro è il presentarsi come un Masaniello sardo.

Sul primo fronte, ha operato negli ultimi mesi (e in particolare nelle ultime settimane del mese di dicembre) scientificamente. Assumendo, in modo scorretto e spregiudicato, decisioni impegnative per il futuro come, per esempio, la nomina dei nuovi vertici di Sardegna Ricerche. O distribuendo denaro qua e là. La vicenda scandalosa segnalata da Sardinia Post dell’acquisto per una cifra attorno ai 40mila da parte dell’assessore al Turismo di cinque capre in ferro battuto realizzate da un artigiano di Oliena è stata completamente taciuto da tutti gli altri organi di informazione. E, presumibilmente, lo saranno anche altre spese sconcertanti di cui daremo conto nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

Sul secondo fronte, quello  ” rivoluzionario” è giunto a stipulare con ciò che resta del glorioso Partito sardo d’Azione un accordo che addirittura prevede la possibilità di un referendum consultivo per l’indipendenza della Sardegna. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

Dobbiamo aspettarci di tutto in queste tre settimane. La venuta in Sardegna, il primo febbraio, di Silvio Berlusconi conferma che il centrodestra (le cui risorse economiche da destinare alla propaganda sono incommensurabilmente superiori rispetto a quelle di tutti gli avversari messi assieme) intende giocare fino in fondo la partita nella speranza di vincerla al fotofinish. Eleggendo un governatore di minoranza tenuto in ostaggio dalle forze della sua coalizione. Non in grado di governare, ma in grado di impedire ad altri di farlo.

Ma l’opposizione ha molte possibilità di vittoria. A condizione che l’attività per il recupero degli incerti sia credibile e incessante. E che le spinte autolesionistiche verso nuove guerre fratricide vengano  fermate. E’ una fase nella quale porta pochi risultati l’azione volta a sottrarsi reciprocamente i consensi già acquisiti. C’è mezza Sardegna da convincere. E ce n’è per tutti. Anche per Matteo Renzi la cui venuta è più che auspicabile. E’ indispensabile.

G.M.B.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share