Buon anno a tutti col Pantheon dei sardi da Sardinia Post

Il nuovo anno si annuncia come un anno importante, ‘un anno di svolta’. C’è l’abitudine di dirlo per ogni anno che viene, ma questa volta non pare proprio una frase fatta. Lo confermano molti degli appuntamenti in agenda, a partire dalle elezioni politiche del 4 marzo. Cui seguirà, quasi senza soluzione di continuità, l’inizio della lunga campagna elettorale che l’anno successivo porterà i sardi alle urne per il rinnovo del Consiglio regionale. Lo confermano i dati economici. Nel 2018 si capirà se i segnali di ripresa  sono destinati a consolidarsi e se, finalmente, si potrà dichiarare conclusa la crisi cominciata nel 2008.

Noi abbiamo pensato di unire, ai tradizionali auguri di buon anno, una sorta di ‘kit di sopravvivenza culturale’. L’abbiamo chiamato “Il Pantheon dei sardi” ed è da alcuni giorni in tutte le edicole sarde – e sulle navi di Moby e Tirrenia per chi viene e per chi va – racchiuso nel servizio di copertina di Sardinia Post Magazine, il bimestrale da collezione che, nato da una costola del nostro giornale,  è ormai giunto al decimo numero.

Pantheon è il termine che definisce un tempio dedicato a tutti gli dei e, quindi, anche l’insieme delle figure di riferimento di una comunità. Se una comunità è forte, coesa, e ha una sua storia, ha un suo Pantheon. Che in questo senso è anche un “kit di sopravvivenza culturale”. Perché le figure che lo compongono – pur diversissime tra loro – hanno come tratto comune l’aver rappresentato, in diverse epoche storiche, il ‘punto di vista’ del loro popolo. Conoscerle e riconoscerle aiuta tutti noi ad affrontare il presente con la consapevolezza di non partire da zero.

Per individuare il “Pantheon dei sardi” ci siamo affidati a ErgoResearch, una società specializzata in ricerche sociali. I risultati sono spiegati nei dettagli da Michele Casula, il coordinatore del sondaggio, su Sardinia Post Magazine. Ma l’illustrazione che Giorgio Carpinteri ha realizzato per la nostra copertina aiuta ad averne un’idea. È una sorta di ‘foto di gruppo’ nella quale compaiono tutti assieme, uno accanto all’altro, Antonio Gramsci, Grazia Deledda, Enrico Berlinguer, Eleonora d’Arborea, Emilio Lussu, Francesco Cossiga e Maria Carta. Sono queste le “divinità” principali nel Pantheon isolano. E tra loro le più amate e conosciute sono un uomo e una donna: Antonio Gramsci e Grazia Deledda.

Lo scoprire un ‘album di famiglia’ (leggi) così ricco e nobile, dei punti di riferimento così solidi e universalmente riconosciuti, ci pare una buona notizia. E anche un buon accompagnamento agli auguri per il 2018. Se abbiamo questo grande passato, possiamo con maggior convinzione sperare in un grande futuro. Senza dimenticare, ovviamente, che esso dipende da noi. Le nostre ‘divinità’ sono state persone che hanno conquistato duramente, senza avere sconti né regali da nessuno, il loro posto nel mondo.

Anzi, c’è stato anche chi, nel recente passato, non ha avuto ancora il riconoscimento che meritava. Come Giuseppe Brotzu, lo scienziato cagliaritano che nei primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale scoprì le cefalosporine. Nel nuovo numero di Sardinia Post Magazine raccontiamo, per la penna di Roberto Paracchini, quella formidabile scoperta e le avventurose circostanze in cui avvenne.

Un numero ricco di servizi e di racconti quello con cui auguriamo un buon 2018 ai sardi e a quanti da ogni parte del mondo verranno a fare visita alla Sardegna. Il giornalista e scrittore Ottavio Olita ci spiega i misteri dell’eterno giallo cagliaritano, il caso della scomparsa dell’avvocato Gianfranco Manuella, mentre Manuel Scordo si occupa di un altro giallo, ma artistico: la storia della ragazza di Seui che, emigrata in Sicilia e diventata la dama di compagnia di una nobildonna palermitana, ha fatto dono al suo paese di due dipinti del Seicento di tale interesse e valore da spingere Vittorio Sgarbi a un blitz in Ogliastra per vederli. E poi, per la penna di Andrea Tramonte, la storia di Paolo Angeli e della sua invenzione, la ‘chitarra sarda preparata’, che tra qualche giorno lo accompagnerà a New York, prima tappa del suo tour mondiale. Mentre Donatella Percivale ha raccolto l’emozionante testimonianza di Angelo Ziranu, l’architetto di Orani che ha lavorato a Barcellona nel cantiere della Sagrada Familia.

Infine due racconti d’autore. I ritratti folgoranti di nove donne nuoresi del passato e del presente scritti da Marcello Fois per sostenere la candidatura della sua città a capitale della Cultura e un’anticipazione di Piombo Fuso, il nuovo romanzo di Marco Corrias. E, come sempre, i consigli per la lettura di uno scrittore (questa volta tocca a Gesuino Nemus) le rubriche, gli editoriali di Daniela Ducato, Paolo Fadda, Luciano Marrocu, Paolo Nori, Daniela Pani e le rubriche sul buon vivere di Giuseppe Carrus, Federico Fonnesu e Roberto Petza.

Buon 2018 e buona lettura a tutti da Sardinia Post.

 

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